Estero

Processo Ruby, testimone morta: radioattività assente

Dalle prime analisi sul corpo della modella Imane Fadil non è emersa alcuna evidenza

Twitter
21 marzo 2019
|

Dalle prime analisi sui campioni dei tessuti degli organi prelevati a Imane Fadil, una delle testimoni chiave del processo Ruby a carico dell'ex premier italiano Silvio Berlusconi, non è emersa alcuna evidenza macroscopica di radioattività. È quanto riferiscono fonti qualificate. Sulla sua morte la Procura di Milano ha aperto un fascicolo per omicidio volontario e ha disposto l'autopsia.

Da quanto si è appreso i prelievi sono stati effettuati sul fegato e su un rene della modella di 34 anni di origini marocchine deceduta lo scorso 11 marzo. Già dalle prime analisi non sono emerse macroscopiche evidenze di radioattività.

Dopo i prelievi i campioni sono stati messi in appositi contenitori e inviati sia all'Azienda Regionale per la Protezione Ambientale (Arpa) di Milano sia all'Istituto di Fisica dell'Università Statale.

In base all'esito delle analisi - si apprende - appare "sempre più improbabile" che Fadil sia stata contaminata da sostanze radioattive. L'ultima parola però spetta al Centro ricerche Casaccia dell'Enea vicino a Roma. Inizialmente i sospetti sulla presunta presenza di sostanze radioattive nel corpo della giovane erano dovuti al risultato parziale di analisi effettuate sulle urine.
 
 

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE