SOVRANISMI

Orbán si piglia i media e bastona l'università

Ulteriore giro di vite del despota ungherese contro la democrazia. Col supporto dei soliti oligarchi

#ciaone alla democrazia (Keystone)
1 dicembre 2018
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Berlusconi, scansati. Il nuovo zar dei media europei è a tutti gli effetti Viktor Orbán, che giovedì è riuscito a farsi ‘intestare’ oltre quattrocento testate d’informazione. E pure gratis.Berlusconi, scansati. Il nuovo zar dei media europei è a tutti gli effetti Viktor Orbán, che giovedì è riuscito a farsi ‘intestare’ oltre quattrocento testate d’informazione. E pure gratis.

Gli oligarchi vicini al primo ministro ungherese hanno donato la proprietà di siti web, giornali, tv e radio alla neonata ‘Fondazione centroeuropea per i media e la stampa’. A capo della fondazione, riferisce il ‘New York Times’, il consueto manipolo di fedelissimi pro-Orbán: il suo avvocato personale, un ex deputato di Fidesz e il direttore di un pensatoio ultraconservatore. Si conclude così una lotta senza quartiere agli organi d’opposizione iniziata nel 2010, anno della prima elezione: da allora i grandi industriali hanno dirottato la loro pubblicità su testate ‘amichevoli’, mentre gli imprenditori a capo di media sgraditi sono stati colpiti in tutte le loro attività. Risultato: secondo ‘Atlastzo’, uno degli ultimi siti web indipendenti, le testate filogovernative sono passate da 31 nel 2015 a 500 oggi. Freedom House giudica il panorama mediatico “parzialmente libero”.

Nel frattempo Orbán ha cambiato a suo favore il sistema elettorale, si è circondato di giudici amici alla Corte costituzionale e soprattutto ha creato un efficace sistema di collusione fra Stato e imprese. Neanche le università sono state risparmiate. La Central European University è a un passo dalla ‘cacciata’ da Budapest a Vienna: sarebbe la prima volta dalla Seconda guerra mondiale che un governo ‘democratico’ europeo chiude un ateneo. Continua poi a infuriare la campagna governativa - dall’amaro retrogusto antisemita - contro il suo fondatore, il miliardario George Soros (lo stesso che pagò a Orbán gli studi a Oxford, vai a far del bene). E rallenta la procedura disciplinare avviata a settembre dall’Ue per violazione dello Stato di diritto: l’improbabile internazionale nazionalista difende il despota e attende le elezioni. 

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