Estero

L'Ue punta a zero emissioni nette per il 2050

Per rispettare gli impegni sul clima di Parigi e contenere l'aumento delle temperature ben al di sotto di due gradi

Ti-Press
28 novembre 2018
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L'Unione europea dovrebbe essere "la prima economia al mondo ad avere zero emissioni nette a effetto serra nel 2050", per rispettare così gli impegni sul clima di Parigi e contenere l'aumento della temperatura globale ben al di sotto di due gradi. È la "visione" lanciata dal commissario al clima Miguel Arias Canete, con l'avvertenza però che per arrivare a un tale obiettivo bisognerà "aumentare gli sforzi".

"Non possiamo permetterci il costo dell'inazione", ha avvertito, al contrario fare la scelta delle emissioni zero porterà investimenti per 300 miliardi l'anno e più 2 per cento di Pil entro il 2050, risparmi da 200 miliardi annui in sanità e il 40 per cento in meno di morti premature da smog, oltre a un taglio del 70 per cento dei costi delle importazioni energetiche pari a 2-3mila miliardi di euro fino al 2050.

Tra gli otto scenari delineati da Bruxelles, solo l'ultimo che combina a tutto campo azioni massicce sul fronte di energie rinnovabili, efficienza energetica, biocarburanti avanzati sostenibili, economia circolare, elettrificazione spinta, uso di idrogeno ed e-carburanti e una mobilità alternativa, oltre al pieno coinvolgimento del settore agricolo e forestale, riesce a raggiungere emissioni di CO2 neutrali da un punto di vista ambientale.

Combinazioni solo parziali o limitate di sforzi in questi ambiti raggiungerebbero - mostrano gli altri sette scenari - impatti che si fermerebbero all'80, 85 o 90 per cento.

Bruxelles, però, nella sua visione strategica a lungo termine, esclude esplicitamente di rivedere il target di riduzione delle emissioni al 40 per cento per il 2030, come auspicato invece dalle associazioni ambientaliste ma anche da una lettera di 10 paesi dell'Ue. Se correttamente applicato, infatti, la Commissione riconosce che il pacchetto attuale su clima-energia porterà a una riduzione del 45 per cento della CO2 per il 2030 e del 60 per cento per il 2050.

Nonostante questo, però, si legge nel documento odierno, "la strategia qui proposta non intende lanciare nuove politiche, né la Commissione intende rivedere gli obiettivi per il 2030" ma, piuttosto, "la strategia apre un dibattito approfondito" sul fatto che "l'Ue dovrebbe essere entro il 2050 tra i primi a raggiungere zero emissioni nette".

Sette i "mattoni" su cui costruire questo futuro, se i paesi dell'Ue vorranno sceglierlo: massimizzare l'efficienza energetica con edifici a zero emissioni e sviluppo di rinnovabili; elettricità per decarbonizzare completamente le forniture energetiche dell'Europa; abbracciare una mobilità pulita e connessa; trasformare l'industria Ue e usare l'economia circolare come chiave per ridurre le emissioni; sviluppare un'infrastruttura adeguata di reti e interconnessioni intelligenti; sfruttare appieno i benefici della bioeconomia e creare pozzi di assorbimento del carbonio e, infine, impianti di cattura e stoccaggio di CO2.

Non ci sono però indicazioni più precise: "lo scopo di questa visione strategica", dice il documento, "non è stabilire target ma creare una visione e un senso di direzione".

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