Estero

Romania al voto contro il riconoscimento delle nozze gay

La Chiesa ortodossa fin nelle scuole a difendere il concetto di matrimonio tra uomo e donna. Alle urne domani e domenica

5 ottobre 2018
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La domanda alla quale gli elettori romeni dovranno rispondere domani e domenica, barrando la casella del sì o del no, è la seguente: "siete d'accordo con la legge di revisione della Costituzione della Romania nella forma adottata dal Parlamento?". Un quesito tutto da spiegare. L'obiettivo del referendum è una modifica della Costituzione, per per definire il matrimonio esplicitamente una "unione tra un uomo e una donna" e non più "unione tra coniugi" come avviene attualmente. Letto al di là della forma tecnica, serve ad impedire ogni ipotesi di riconoscimento delle nozze gay.

Favorevole all'emendamento anti-nozze gay si è mostrato, seppur indirettamente, il governo della premier socialdemocratica Viorila Dancila. La premier si è difesa dall'attacco dei colleghi sostenendo che il suo partito guarderà da spettatore il referendum, una spiegazione che mal si sposa sia con l'ordinanza d'urgenza con cui l'esecutivo lo ha organizzato in fretta e furia, sia con le parole di molti dei rappresentanti del partito socialdemocratico a sostegno del voto favorevole. Molto coinvolta nella campagna per il sì alla modifica costituzionale è stata la chiesa ortodossa romena che si è spinta fino a entrare anche nelle scuole per difendere il concetto di matrimonio tra uomini e donne.

Il referendum conferma ancora una volta le grandi difficoltà che gli omosessuali affrontano nella società romena, dove non sono rari i casi di aggressione anche fisica ai danni della popolazione Lgbt. Sia domani che domenica le urne in Romania resteranno aperte dalle 7 alle 21 locali (6-20 svizzere).

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