Estero

Il vescovo di Canterbury contro le disuguaglianze del Paese

Ha criticato l'amministrazione della diocesi di Gloucester accusata di acer offerto impieghi con contratti super flessibili

Keystone
18 settembre 2018
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Duro anatema dell'arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, massima autorità ecclesiastica della Chiesa anglicana, contro l'amministrazione della diocesi di Gloucester, in Inghilterra, accusata di aver offerto impieghi con contratti (super flessibili) cosiddetti 'a zero ore'.

Uno strumento adottato negli ultimi anni dai governi conservatori nel Regno Unito – e che secondo alcuni contribuisce a drogare in certa misura i dati record sull'occupazione – ma che Welby ha condannato senza mezzi termini. Si tratta della "reincarnazione di un vecchio male", di una forma di sfruttamento dei lavoratori, ha tuonato, denunciando questo tipo di contratto come una spinta verso il precariato sistematico.

L'arcivescovo, noto per il suo impegno sociale, è stato di recente tra i firmatari di un manifesto che invoca una riforma "radicale" del sistema economico britannico e occidentale e non ha esitato a intervenire al congresso di un sindacato per scagliarsi contro le diseguaglianze del Paese.

Interventi che gli sono valsi le polemiche di esponenti Tory, i quali lo hanno accusato d'essersi avvicinato alla piattaforma neo-socialista del Labour di Jeremy Corbyn, e gli hanno tirato addosso un mezzo linciaggio mediatico fondato sull'imputazione rivolta alla Chiesa di usare anch'essa in alcune sue strutture contratti flessibili. Di qui l'importanza della bacchettata odierna di Welby contro la diocesi di Gloucester, volta ad allontanare ogni sospetto d'ipocrisia almeno a livello personale.

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