Estero

Accuse di molestie per il giudice nominato da Trump

È scontro, al Senato, su Brett Kavanaugh scelto dal presidente per la Corte Suprema. Oltre a email riservate su aborto e temi razziali, una donna lo accusa di tentato stupro

Kavanaugh ©Keystone
17 settembre 2018
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Che la nomina di Brett Kavanaugh alla Corte Suprema degli Stati Uniti sarebbe stata movimentata, lo si sapeva. Il giudice scelto da Trump per sostituire Anthony Kennedy, e assicurare una stabile maggioranza conservatrice alla corte, è in audizione in Senato, dove i democratici hanno dato battaglia e dove sono state rese pubbliche email riservate con considerazioni del giudice in tema di regolamentazione dell'aborto e su temi razziali. Ma la vera tegola è un'accusa di tentato stupro.

È Ronan Farrow sul New Yorker a pubblicare i dettagli sulle accuse rivolte a Brett Kavanaugh di cui la senatrice democratica Dianne Feinstein ha informato l'Fbi. Farrow e la sua collega Jane Mayer scrivono che Kavanaugh e un compagno ai tempi del liceo cercarono di violentare Christine Blasey, adesso docente di psicologia clinica alla Palo Alto University. L'episodio risalirebbe agli anni Ottanta. Il giudice designato e il compagno frequentavano un liceo gesuita del Maryland e la tentata violenza sarebbe avvenuta durante una festa. Kavenaugh ha "categoricamente" smentito. "Mai fatto, né al liceo né mai". Christine Blasey, che inizialmente aveva chiesto di restare anonima, afferma che il ricordo della violenza è riemerso guardando in tv le audizioni di Kavenaugh.

Le accuse potrebbero rinviare la decisione del Senato sulla nomina di Kavanaugh. Nomina già in bilico dopo che il senatore democratico Cory Booker ha reso pubblici documenti risalenti all'amministrazione di George W. Bush quando Kavanaugh aveva un incarico alla Casa Bianca e con focus sulla pratica del 'profiling' su base razziale. Precedentemente era stata diffusa una email del 2003 in cui Kavanaugh sembrava mettere in discussione l'irrevocabilità della decisione presa dalla Corte Suprema nel 1973 sul caso noto come 'Roe v. Wade' che di fatto sancisce la legalità dell'aborto negli Usa, argomentando che una corte può sempre ribaltare una sentenza. Un tono molto diverso rispetto alle dichiarazioni di Kavanaugh sul tema durante le audizioni, in cui ha sottolineato l'importanza dei precedenti che fanno giurisprudenza.

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