Estero

Ereditiera 91enne con 110 milioni all'estero, anche a Lugano

La Procura di Milano ha sequestrato 40 milioni con l’accusa all’ereditiera di 'omesse dichiarazioni dei redditi'. L'inchiesta innescata da un esposto del figlio

Ti-Press
20 luglio 2018
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Con la giustizia aveva già avuto a che fare qualche anno fa, quando a suo dire “per un errore giudiziario” la magistratura svizzera le aveva fatto ”vivere un incubo”, bloccandole i beni, per decine di milioni di euro, depositati in una banca di Lugano. Protagonista dell'“incubo” vissuto è una signora che a 91 anni va in palestra a Milano e in banca a Lugano con residenza a Londra e con una fortuna all'isola di Jersey, spostata in passato da Panama via Gibilterra e Svizzera.

Una fortuna, come scrive Luigi Ferrarella sul 'Corriere della Sera', quantificata in 105 milioni di euro. Somma messa assieme nel corso degli anni dal marito, esclusivista in Italia delle cravatte con il marchio Yves Saint-Laurent. Un consistente pacco di milioni parcheggiati all'estero, dei quali 40 milioni sequestrati l'altroieri, pare in Ticino, dalla Procura di Milano con l’accusa alla donna di “omesse dichiarazioni dei redditi” nell’unico non ancora prescritto periodo 2012-2016, e di ''riciclaggio'' a due suoi avvocati pure loro perquisiti nella giornata di giovedì dalla Guardia di Finanza.

I difensori della donna sostengono che la sua residenza è a Londra (e quindi non a Milano) e pertanto la donna ha pagato le tasse sia in Svizzera che all'isola di Jersey. Non dello stesso avviso il pm Paolo Storari, sostituto della procura di Milano che dal gip Guido Salvini ha ottenuto un sequestro preventivo d'urgenza di una parte del tesoro. Inchiesta, quella del pm Storari della Direzione distrettuale antimafia, innescata da un esposto dell'unico figlio della donna. È stato lui a segnalare “la fittizia residenza all'estero della madre” e a denunciare “il progressivo occultamento del patrimonio del padre attraverso società straniere create per sottrarlo a future pretese del fisco e della successione ereditaria”.

Gli investigatori ritengono di poter dimostrare che la donna abitava regolarmente in Italia tramite l'abbonamento a una palestra vip del centro città alle bollette della luce, dallo spesometro degli acquisti ai telefonini della collaboratrice domestica, usati spesso dalla ereditiera per telefonate ai propri legali che la consigliavano su come “controbattare a qualunque potenziale aggressione”. A questo proposito Procura e Gdf milanese hanno recuperato documenti e mail piuttosto epliciti.

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