Deputato siciliano nei guai per una maxi evasione, soldi passati per Lugano

Passa da Lugano lo scandalo politico-finanziario che sta scuotendo l'Assemblea regionale siciliana rinnovata dopo il voto del 5 novembre. Fra gli eletti Luigi Genovese, 21enne di Messina, con 17.359 preferenze, tanto da salire sul terzo gradino del podio dei più votati. Nei giorni scorsi al neo deputato regionale siciliano, indagato assieme al padre Francantonio Genovese, condannato a 11 anni di reclusione nel processo 'Corsi d'oro' nella formazione regionale e altri familiari, per i reati di riciclaggio e evasione, hanno sequestrato un ingente patrimonio di famiglia, oltre 30 milioni di euro e immobili.

Un patrimonio che stando all'accusa Francantonio Genovese, un passato di parlamentare nazionale del Pd ed un presente di notabile messinese di Forza Italia, per sottralo al sequestro penale, lo scorso anno l'aveva intestato al figlio, fra cui un conto corrente di venticinque milioni di euro in contanti su un conto intestato ad una società panamense offshore alla banca Jiulius Bar di Montecarlo. Capitali che nel Prinicipato di Monaco era arrivati da Lugano, dopo essere passati da Milano o da Roma, come hanno ricostruito Procura e Guardia di Finanza, a seguito di una traccia che riporta la vicenda all'inizio del 2013 quando Francantonio Genovese accompagnato dalla moglie ad un funzionario di Lugano del Credit Suisse Life con sede nelle Isole Bermuda chiede di poter fare una operazione da 16 milioni e 377'341 euro .Soldi che in riva al Ceresio erano stati fatti arrivare da Luigi Genovese (il nonno del giovane neo deputato regionale forzista), ex senatore democristiano, in carica per sei legislature.

I soldi dismessi da Lugano, anche perché la banca gli aveva fatto che era un cliente indesiderato, arrivavano a Milano (la consegna in due alberghi) o a Roma (negli uffici di Pierantonio Genovese, quando ancora era un deputato), portati da spalloni che si presentavano chiedendo una parola d'ordine di volta in volta differente.