Estero

Polonia, in vigore la controversa legge sulla Shoah

La nuova norma prevede fino a tre anni di carcere per chi attribuisca allo stato polacco i crimini dei nazisti della seconda guerra mondiale

Keystone
1 marzo 2018
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È entrata oggi in vigore la controversa legge polacca sull’olocausto. Lo scontro diplomatico esploso con Israele, le tensioni con gli Stati Uniti, e le proteste delle organizzazioni ebraiche di tutto il mondo non hanno fermato la nuova norma, che prevede fino a tre anni di carcere, per chi attribuisca allo stato polacco i crimini dei nazisti della seconda guerra mondiale.

La legge, però, potrebbe restare non operativa, fino alla pronuncia della consulta. Firmandola, infatti, il presidente Andrzej Duda l’aveva rinviata alla Corte costituzionale, che dovrà verificarne la conformità con la Costituzione. E l’intenzione di attendere è emersa recentemente dalle dichiarazioni delle autorità polacche e del governo del premier Mateusz Morawiecki.

A Varsavia, però, l’atteggiamento resta ambiguo: se da una parte si ribadisce infatti la volontà di risolvere nel dialogo tutte le contraddizioni suscitate dalla legge, si fa poi concretamente poco, per fermare la crisi diplomatica suscitata dal nuovo provvedimento, ideato per "difendere il buon nome della nazione polacca".

La nuova legge (ovvero l’emendamento alla legge sull’Istituto per la memoria nazionale Ipn) prevede pene fino a tre anni di carcere, che potrebbero essere inflitte ai cittadini polacchi e stranieri, che attribuiscano alla nazione o allo Stato polacco i crimini compiuti durante la guerra dai nazisti tedeschi. Dopo il brevissimo iter parlamentare, la norma è stata accolta dal Sejm di Varsavia alla vigilia della Giornata mondiale della memoria dell’ Olocausto del 27 gennaio scorso.

Il 1 febbraio hanno votato a favore i senatori e il 6 febbraio è stata firmata dal presidente Duda, il quale ha chiesto alla Corte costituzionale di verificare se non sia in contrasto con la Legge suprema. Nel frattempo, la nuova normativa è stata regolarmente pubblicata e, dopo il "vacatio legis" di due settimane, e proprio oggi è entrata in vigore.

"Per ora non è in programma un cambiamento di questa legge" ha avvertito Michal Dworczyk, ministro della Presidenza del Consiglio dei ministri, mentre Mariusz Muszynski, vicepresidente della Corte costituzionale dichiara che l’analisi della legge potrebbe aver luogo al più presto fra due mesi. "Almeno fino alla sentenza della Consulta la legge non sarà operativa", ha detto alcuni giorni fa, suscitando sorpresa, Stanislaw Karczewski, presidente del Senato. Lo stesso che, prima della votazione, ha sostenuto fortemente la legge come "molto buona e utile".

Intanto su iniziativa dei premier Morawiecki e Netanjahu, una delegazione polacca guidata dal viceministro degli esteri è attualmente a Tel Aviv, per parlare fra l’altro del pericolo di una nuova ondata di antisemitismo in Polonia. La sorte della legge sull’Olocausto è seguita con attenzione anche da parte del Dipartimento di stato degli Usa. In attesa della soluzione, il Centro Wiesenthal invita a sospendere i viaggi turistici in Polonia.

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