Sono ormai 21 le vittime accertate dalla slavina abbattutasi settimana scorsa sull'Hotel Rigopiano in provincia di Pescara. I Vigili del fuoco hanno recuperato nella notte tre corpi senza vita, non ancora identificati, due di sesso femminile e uno di sesso maschile. Scende ad 8 il numero dei dispersi.
Intanto scoppia la polemica sulla funzionaria che aveva risposto in maniera scostante al primo appello di soccorso proveniente dal Rigopiano. Una richiesta di aiuto fondamentalmente ignorata dalla telefonista, che aveva attribuito la notizia del crollo dell'Hotel a uno scherzo di un "imbecille". La conversazione, acquisita dagli investigatori e resa pubblica da Repubblica, si era protratta per cinque minuti e si era conclusa con le considerazioni della funzionaria: "Due ore fa, le confermo, al 118 hanno parlato con l'hotel. Non le dico una bugia! Ma se fosse crollato tutto, pensa che che rimarremmo
qua?".
"Ci saranno modi e tempi per chiarire tutto. L'importante è avere la coscienza a posto, e io ce l'ho. Tutto il resto, le polemiche di questi giorni, non m'interessa", replica ora la funzionaria a Repubblica. "Mercoledì ero appena rientrata in ufficio da una malattia. Prima è scoppiata l'emergenza neve, poi quella del sisma. C'era bisogno di gente nell'unità di crisi e ho dato la mia disponibilità".
"Il mio compito – precisa – era rispondere alle chiamate dall'esterno". Anche quella dell'amico di Gianpiero Parete, Marcella. "Non devo dare spiegazioni a lei... – risponde al giornalista –. Nella sala operativa eravamo in tanti, non c'ero solo io". Agli investigatori – riferisce Repubblica – avrebbe spiegato vicino a lei c'era "qualcuno più alto in grado".
"Nessuna superficialità nella gestione di un'emergenza estremamente complessa", replica invece il viceprefetto Ida De Cesaris in una intervista al Messaggero. Le procedure seguite sono state corrette? "C'è un'inchiesta in corso. Di certo - risponde - non tocca ai giornali distribuire patenti di colpevolezza".