Enzo Tiso di Legambiente: ‘La nostra città è tra le peggiori a livello nazionale. Siamo ben lontani dal rispetto dei nuovi parametri’
A Como, nel 2024, uno degli anni più piovosi, la qualità dell’aria è stata la migliore di sempre. O almeno da quando le polveri sottili (Pm 10) sono misurate in tutti i capoluoghi da Arpa Lombardia. Tuttavia, non è così buona come era parso nelle scorse settimane. A raffreddare gli entusiasmi ci pensa il rapporto annuale di Legambiente, ‘Mal’Aria 2025’, che per quanto riguarda Como evidenzia come, sul fronte del biossido di azoto, la situazione in riva al Lario è preoccupante: “Siamo ben lontani dal rispetto dei nuovi parametri da raggiungere, secondo la Comunità Europea, entro il 2030 per evitare gravi effetti sulla salute”.
Osservare quanto succede a Como è di grande interesse anche per il Ticino, poiché, come spesso sottolineato, le sostanze nocive nell’aria non si fermano in dogana. E così, se per le polveri sottili il dato contenuto nel rapporto ‘Mal’Aria 2025’ può essere considerato confortante, non altrettanto si può dire per il biossido di azoto. Con una media di NO2 di 33,1 microgrammi per metro cubo, Como si colloca al quarto posto a livello nazionale, dietro Napoli, Palermo e Milano. Il capoluogo lariano, per rientrare nei nuovi parametri della Ue, deve quasi dimezzare gli attuali valori del biossido di azoto.
Lo sottolinea Enzo Tiso, responsabile del Circolo Angelo Vassallo Legambiente di Como: “In occasione della pubblicazione dei dati di Arpa Lombardia a fine 2024, in molti avevano esultato per l’abbassamento della concentrazione degli inquinanti misurati dalla centralina di viale Cattaneo, ma non avevamo ancora i valori del biossido di azoto, inquinante prodotto dal traffico veicolare. Ebbene, la nostra città è tra le peggiori a livello nazionale. Siamo ben lontani dal rispetto dei nuovi parametri (20 microgrammi per metro cubo sia per le Pm10 che per il CO2, che mediamente lo scorso anno sono stati di 22 e 33 microgrammi, ndr) da raggiungere entro il 2023. Un monito per chi amministra Como e i comuni vicini al capoluogo, affinché intervengano con decisione sulla mobilità: ridurre i mezzi in circolazione, migliorando il trasporto pubblico e incentivando la mobilità dolce”. A Como, il boom turistico degli ultimi anni non giova al traffico cittadino e, di conseguenza, alla qualità dell’aria.