Approfondimenti soprattutto sulle ‘mini rendite’ che arrivano dalla Svizzera percepite da ex frontalieri che per un breve periodo hanno lavorato in Ticino
L’Inps effettua controlli sui redditi da pensione che beneficiano di assegno dalla Svizzera e gli anziani, soprattutto della fascia di confine, sono preoccupati. Pensionati che in questi giorni si stanno rivolgendo ai patronati dei sindacati perché hanno ricevuto una lettera dall’Inps che chiede approfondimenti soprattutto sulle ‘mini pensioni’ che arrivano dalla Svizzera. ‘Mini pensioni’ percepite da ex frontalieri che per un breve periodo hanno lavorato soprattutto in Canton Ticino. I controlli, va detto, non riguardano coloro che per un’intera vita lavorativa sono stati occupati in Svizzera.
Per andare incontro ai pensionati raggiunti dalle lettere dell’Inps i Centri autorizzati di assistenza fiscale (Caaf) stanno fissando molti appuntamenti per rispondere alle domande di persone preoccupate di incappare in multe o tagli ai mensili. “No, non c’è da preoccuparsi, è la campagna solleciti”, spiega la presidente delle Associazioni cristiane lavoratori italiani (Acli) di Como Marina Consonno. “Viene inviata ai pensionati con prestazioni collegate e integrazioni, maggiorazioni sociali e importi aggiuntivi. E per le pensioni erogate da istituzioni estere. Per consentire gli opportuni controlli, l’istituto richiede ai pensionati di comunicare entro il 28 febbraio i redditi relativi all’anno 2022, compreso l’importo delle pensioni estere. La pensione svizzera è un caso particolare in quanto essendo tassata alla fonte non si deve indicare nel modello 730 o nel modello redditi, pertanto l’Inps non recupera automaticamente il dato”.
Si tratta di somme quasi sempre ridotte, tra i 500 e i 900 euro l’anno. La Svizzera infatti riconosce anche contributi piccoli per pochi anni di impiego. E sono tanti i pensionati comaschi che in gioventù hanno passato la frontiera per lavorare, anche soltanto per qualche anno. Questi assegni che arrivano a fine mese spesso non sono rientrati nelle vecchie dichiarazioni. È bene quindi controllare e rivolgersi ai Caaf, perché anche se questi assegni non comportano balzi o nuove tassazioni sono lo stesso da dichiarare. “Ci può essere – aggiunge Consonno – un po’ di preoccupazione e forse una successiva richiesta di informazioni. Nei vari recapiti in provincia osserviamo tanti pensionati che chiedono informazioni, anche perché in passato l’Inps non aveva mai effettuato analoghi controlli. Anche per questo qualche dubbio è venuto a tanti, sia mai di prendere una multa o di veder diminuire la pensione”. “È inutile preoccuparsi – suggerisce Marinella Magnoni, segretaria dei pensionati della Cgil di Como –. Piuttosto, chi non fosse pratico di informatica è meglio che venga in patronato, prendendo un appuntamento, per verificare bene tutta la situazione: così si può stare tranquilli e scongiurare qualsiasi errore”.