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Pedopornografia online, arresti anche a Busto Arsizio e Lecco

Una vasta operazione della Polizia postale in tutta Italia condotta sotto copertura ha smantellato una rete che agiva sfruttando un canale Telegram ad hoc

Immagine di archivio
(Depositphotos)
23 novembre 2023
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Si estendeva anche a Busto Arsizio e Lecco la rete di pedopornografia online, configurata come una vera e propria associazione a delinquere, smantellata nell’ambito di una imponente operazione che ha visto impegnati 150 uomini della Polizia di Stato che hanno eseguito perquisizioni e arresti in tutta Italia.

Una lunga e delicata attività di indagine sotto copertura online durata oltre un anno ha consentito agli investigatori del Centro operativo per la sicurezza cibernetica della Polizia postale di Milano, di dare un nome ai nickname utilizzati dagli indagati per rimanere nell’anonimato della rete. Persone appartenenti a estrazioni sociali ed età molto eterogenee, quali affermati professionisti, operai, studenti, pensionati, impiegati privati e pubblici e diversi disoccupati, con età anagrafiche che oscillano tra i 19 e i 69 anni.

In tutto sono 29 gli italiani identificati tra i quali due appartenenti alle forze armate in servizio nel Lazio e due medici che esercitano la professione in Emilia-Romagna e Veneto, di cui 10 arrestati nel corso delle attività per il possesso di ingente quantitativo di materiale pedopornografico, residenti, oltre che nelle località citate, anche nelle città di Milano, Imperia, Rovigo, Martinengo (Bg), Taranto, Vicenza, Torre Annunziata (Na) e Parma. Il soggetto residente a Lecco si trova ora nel carcere di Como in seguito all'arresto compiuto dalla Polizia postale di Como.

Sfruttando le potenzialità della piattaforma Telegram, gli indagati partecipavano a canali e gruppi finalizzati alla produzione e alla condivisione di foto e video ritraenti violenze sessuali su minori, bambine e bambini in tenera età e, in alcuni casi, anche neonati. Una rete di soggetti che – dalla ricostruzione degli investigatori della Postale – all’interno di un gruppo Telegram creato ad hoc e regolato da severe regole volte a preservarne l’anonimato, aveva ruoli e compiti ben precisi: promotori, organizzatori, partecipi, una vera e propria associazione a delinquere finalizzata ad acquisire e diffondere materiale pedopornografico.

Le perquisizioni personali, locali e sui sistemi informatici, decise dalla Procura Distrettuale di Milano, coordinate dal C.N.C.P.O. - Centro Nazionale per il Contrasto della Pedopornografia Online del Servizio Polizia Postale di Roma, hanno portato al sequestro di telefonini, tablet, hard disk, pen drive, computer e account di email e profili social. Durante le perquisizioni sono stati altresì rinvenuti gli account utilizzati per la richiesta del materiale pedopornografico e dell’ulteriore materiale illecito custodito sui supporti informatici sottoposti a sequestro.

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