Confine

Il livello del Lago Maggiore finisce in Cassazione a Roma

La battaglia sulle quote del bacino prosegue ormai da anni. Dopo il ricorso alla Suprema Corte da parte di Verbania la diatriba si sposta nella capitale

12 giugno 2023
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La battaglia sui livelli estivi del Lago Maggiore, iniziata nel dicembre 2021, con la decisione dell'Autorità di bacino del Po, di autorizzare nel periodo compreso fra il 15 marzo e il 15 settembre, il raggiungimento di quota 1,35 metri sulle zero idrometrico di Sesto Calende, negli ultimi giorni è decisamente salita di tono, essendo approdata alla Corte di Cassazione di Roma. Questo a seguito del ricorso alla Suprema Corte da parte del Comune di Verbania che fa seguito al fatto che, nelle scorse settimane, il Tribunale superiore delle acque pubbliche di Roma abbia respinto l'esposto presentato dai Comuni di Verbania, Cannobio, Cannero, Oggebbio, Ghiffa, Baveno e dall'Amministrazione del Vco, interpreti delle preoccupazioni degli operatori turistici in quanto a loro dire il lago troppo alto d'estate pregiudica le dimensioni delle spiagge e presenta rischi di esondazioni. Preoccupazioni, ricordiamo, giunte anche dal Canton Ticino, escluso dalla decisione della Autorità di bacino del Po. A questo punto è bene ricordare che quanto deciso all'interno di un protocollo di sperimentazione, oltre al livello massimo estivo di 1,35 metri sullo zero idrometrico di Sesto Calende, prevede anche la possibilità in presenza di previsioni di forte siccità di portarlo a un metro e mezzo, come è successo lo scorso anno. Tutto questo dopo che nel quinquennio precedente il limite era stabilito a 1,25 metri.

Dopo la siccità, il tema torna attuale

La scorsa estate nessuno è tornato sull’argomento vista la drammatica crisi idrica, con risvolti di allarme di segno opposto, dato da un lago per lunghi mesi in secca. Quest'anno con le abbondanti precipitazioni degli ultimi mesi (e che continuano) la musica è cambiata. Quello che i Comuni rivieraschi contestano è il contraccolpo che l’applicazione di quanto deciso dall’Autorità di bacino può generare sulla loro attrattiva turistica in periodo di balneazione. C'è poi da considerare che Verbania, ma anche altre località, hanno investito e stanno investendo su lidi e bagnasciuga. Ecco il motivo per cui la giunta di Verbania nei giorni scorsi ha assunto la delibera con cui ha dato mandato a due avvocati di impugnare la sentenza del Tribunale superiore delle acque pubbliche davanti alla Corte di Cassazione. Silvia Marchionini, sindaco di Verbania, in una nota, motiva il ricorso alla Suprema Corte: “Il Tribunale superiore delle acque ha riconosciuto all'Autorità di bacino la facoltà di assumere decisioni in modo unilaterale, quando tutti erano d'accordo che ci volessero altri studi per valutare i reali effetti su delicati ecosistemi. Anche Cannobio, Cannero, Ghiffa, Oggebbio, Baveno e la Provincia si sono detti d’accordo a continuare questa battaglia. Si tratta di difendere il nostro principale comparto economico, ma anche di tutelare il territorio sul piano della salvaguardia ambientale e della sicurezza pubblica. A fronte di fenomeni atmosferici estremi, ormai ricorrenti, con il livello già alto ci vuole poco per finire allagati”.

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