Confine

Un’indennità di confine contro la ‘fuga’ di medici e infermieri

Ha annunciato l'intenzione di introdurla l'assessore regionale lombardo al Welfare Guido Bertolaso per frenare il personale sanitario attratto dal Ticino

(Ti-Press)
9 maggio 2023
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Contro la “fuga” di medici e infermieri verso il Canton Ticino e la Svizzera in generale, l'assessore regionale lombardo al Welfare Guido Bertolaso ha annunciato l'intenzione di introdurre una indennità di confine, da erogare a favore del personale sanitario comasco. Bertolaso ne ha parlato lunedì a margine di una visita all'ospedale Sant'Anna, polo di riferimento per tutta la provincia di Como, alle prese con una generalizzata fuga di infermieri attratti dalla sanità ticinese e dalla prospettiva di guadagni di gran lunga superiori.

Pronto soccorso intasati per mancanza di medici di base

Questa continua emorragia di professionalità sta mettendo a dura prova la tenuta del sistema, come dimostrano – per esempio – le difficoltà di gestione del Pronto soccorso dell'ospedale comasco, i cui tempi di attesa, se si eccettua la trattazione delle urgenze, si rivelano spesso lunghissimi. È l'effetto non solo della scarsità di personale infermieristico ospedaliero, ma anche della contrazione del numero dei medici cosiddetti “di base”, i medici di famiglia che in Italia rappresentano le fondamenta del sistema assistenziale sanitario: oggi sono molto pochi, mentre molti – in proporzione – sono quelli che hanno scelto di lavorare da questa parte del confine, con il risultato che chi è rimasto in Italia deve sostenere da solo il peso di un numero elevatissimo di pazienti. In altre parole non è facile trovare il proprio medico, così in caso di bisogno, anche per malanni da poco, ci si rivolge ai Pronto soccorso, intasandoli ulteriormente e prolungandone a dismisura i tempi di attesa.

“Questo ospedale – ha detto Bertolaso manifestando l'intenzione di bussare alle porte dei ministeri romani – è un'eccellenza che forma giovani infermieri, risorse specializzate e cresciute dal nostro sistema che poi preferiscono andare in Svizzera, a guadagnare più soldi. Difficile raddoppiare gli stipendi ma qualche incentivo potrebbe indurli a restare vicino a casa”.

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