Confine

Maxi affare a Como, sequestri in Ticino

Gli inquirenti elvetici hanno messo i sigilli a tutte le proprietà immobiliari riconducibili a due ex assessori canturini

In sintesi:
  • La Magistratura vuole comprendere il flusso di denaro proveniente da due società
  • Le indagini portano a Chiasso
Appartamenti sequestrati a Morcote
(Ti-Press)
27 marzo 2023
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I proventi del maxi affare del terreno di via Paoli, tra Breccia e Camerlata, a Como, ceduto per costruire un supermercato, sarebbero serviti per investimenti immobiliari Oltreconfine. E così la Magistratura svizzera, ricevuti gli atti dell’indagine della Procura di Como sulle bancarotte e la presunta frode fiscale milionaria ha deciso di intervenire.

Lo scrive 'La Provincia di Como’ che ha fatto anche sapere che gli inquirenti elvetici hanno messo i sigilli a tutte le proprietà immobiliari riconducibili a due ex assessori canturini. Un sequestro milionario, se si pensa che ben quattro appartamenti si trovano a Morcote. Ma sequestri sono stati eseguiti anche a Vacallo, Mendrisio e Carona. Alcuni degli immobili congelati dalla Magistratura svizzera sono riconducibili alla PiùArch Engineering di Chiasso, di proprietà di uno dei due.

In buona sostanza, la Magistratura elvetica vuole comprendere il flusso di denaro proveniente dalla Forma Urbis srl (fallita nel 2021) e dalla San Siro Lake srl. La prima società è considerata dalla Procura una società di comodo, tornata utile all'ex amministratore per concludere il maxi affare di terreni a Fino Mornasco. Un’operazione che ha fruttato alla Forma Urbis un guadagno di quasi due milioni di euro. Di quei soldi un milione è stato girato verso la Svizzera, bonificato dalla società alla ticinese Bhc Investment per un fantomatico acquisto di ramo d’azienda per la gestione di energie rinnovabili.

I bonifici verso Chiasso

La San Siro Lake, invece, è la società che ha concluso l’affare per la compravendita dei terreni su cui oggi sorge il market di via Paoli. Anche in questo caso si scopre che, tra ottobre 2018 e aprile 2020, la società riconducibile all'ex assessore avrebbe effettuato 7 bonifici – per la somma complessiva di 2 milioni e 225mila euro – a favore di uno studio notarile di Chiasso, con sede in corso San Gottardo. Motivo: l’acquisto della Aeon Sa, una start up giudicata innovativa dalla documentazione prodotta dal politico e soci. I finanzieri hanno scoperto però che la Aeon altro non sarebbe che una società svizzera riconducibile agli stessi ex assessori canturini, visto che il ruolo di amministratore unico lo ricopre l'altro ex assessore.

Quel denaro, secondo la Procura di Como (l’indagine della Guardia di finanza è coordinata dal pubblico ministero Antonia Pavan) sarebbe stato sottratto al fisco. Da qui l’avvio di una rogatoria con la Svizzera, dove gli investigatori hanno deciso di verificare se esistano i presupposti per indagare i due ex assessori per riciclaggio.

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