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Asso, non è imputabile il brigadiere che ha ucciso il superiore

È la conclusione a cui è arrivato il perito psichiatrico: il 57enne che ha sparato tre colpi è affetto da un disturbo psicotico

I fatti risalgono al 27 ottobre scorso
(archivio Ti-Press)
10 marzo 2023
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Non è imputabile il brigadiere dei carabinieri che lo scorso 27 ottobre con tre colpi di pistola nella caserma di Asso ha ucciso il suo superiore, un luogotenente di 58 anni. A questa decisione è giunto il Gup del Tribunale Militare di Verona, sulla base della conclusione del perito psichiatrico bolognese Giancarlo Boncompagni che ha dichiarato l’imputato – accusato di omicidio – totalmente incapace d’intendere al momento dei fatti. Il brigadiere, 57 anni, risulta infatti affetto da un disturbo psicotico con manie di persecuzione fortemente condizionanti. L’esito dell’incidente probatorio, che aveva il compito di stabilire la capacità di stare in un processo, avvia dunque le indagini verso la richiesta di non luogo a procedere, per mancanza di presupposti d’imputabilità.

Il perito bolognese ha ravvisato una pericolosità sociale medio alta a carico dell’imputato. Per questo motivo, la misura cautelare è stata sostituita dal giudice con una misura di sicurezza provvisoria che prevede il ricovero in una ‘casa di cura e custodia’, che dovrà essere individuata dalla Procura militare. L’esito della perizia psichiatrica allunga gli interrogativi, considerato che il brigadiere era rientrato in servizio il 18 ottobre, dopo mesi in cui aveva fatto i conti con grossi problemi di salute mentale. A gennaio era stato ricoverato in ospedale, nel reparto di psichiatria, ma dopo un percorso di cura la commissione militare lo aveva ritenuto idoneo a riprendere servizio, e gli aveva fatto riottenere la pistola.

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