Confine

Centinaia di pneumatici scaricati nei boschi del Comasco

Aperta un’inchiesta, le tracce portano in Ticino. I copertoni sono stati abbandonati anche in un’area protetta

La scoperta ha lasciato tutti di stucco
(Ti-Press)
8 aprile 2022
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Al momento è un fascicolo giudiziario contro ignoti quello aperto dalla Procura di Como per l’incredibile caso delle centinaia di pneumatici ‘ticinesi’ abbandonati nell’area protetta del Parco Pineta, ma lo resterà ancora per poco. Sulle agende dei carabinieri forestali del maresciallo Alessandro Pronesti, capo del Nucleo di Appiano Gentile, ci sono infatti alcuni nominativi che fra pochissimi giorni sono destinati a finire sul libro degli indagati per una serie di reati ambientali. Reati che, se provati, comportano pene sino a 6 anni di reclusione. Nello stesso incarto è finito anche il ritrovamento, avvenuto nel pomeriggio di giovedì, di altre centinaia di copertoni, lasciati nella zona boschiva di Mozzate. Anche quest’area è all’interno del Parco Pineta. Sul posto sono intervenuti i carabinieri ‘verdi’ di Appiano Gentile.

Sulla provenienza ticinese delle gomme non vi è nessun dubbio. Come quelle rinvenute nel comune di Lurago Marinone, anche quelle del secondo ritrovamento presentono etichette incollate sul battistrada. Insomma, pneumatici ‘firmati’ che hanno consentito di risalire a un gommista del Locarnese – già sentito dagli investigatori svizzeri (Polizia federale e Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini) –, il quale ha raccontato di aver affidato i copertoni a una ditta (con la quale collabora da anni) specializzata nello smaltimento di gomme usurate.

Si può presumere che il gommista abbia fatto il nome del responsabile dell’azienda. Nominativo finito di sicuro all’attenzione degli inquirenti comaschi, oltre che delle autorità svizzere. L’impressione degli investigatori comaschi è che i pneumatici ritrovati nei boschi di Mozzate siano stati abbandonati dopo che già si era avuto notizia del primo deposito abusivo nel Parco Pineta. Se ciò risponde al vero – e non ci sono motivi per pensare il contrario –, siamo in presenza di comportamenti incomprensibili da parte di chi ha scaricato lì il carico. Il convincimento degli investigatori comaschi è che sia gente del settore.

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