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Funivia Stresa, ‘il sistema frenante non ha funzionato’

C'è anche il disastro colposo tra i reati ipotizzati. Resta grave il bimbo di 5 anni, unico sopravvissuto della tragedia che ha fatto 14 morti

Sul luogo dell'incidente (Keystone)
24 maggio 2021
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Oltre alla rottura del cavo, il sistema frenante di sicurezza della funivia Mattarone "non ha funzionato". Lo ha detto il procuratore di Verbania, Olimpia Bossi, parlando con i giornalisti in Procura. C'è dunque anche il disastro colposo tra i reati ipotizzati dalla Procura di Verbania che indaga sulla tragedia del Mattarone. La nuova ipotesi di reato si aggiunge all'omicidio plurimo colposo e alle lesioni colpose per il bimbo ferito in ospedale.

"Le aziende coinvolte sono più d'una, prima dobbiamo nominare i periti per le consulenze tecniche", ha aggiunto Bossi, che ha precisato: "Per parlare di indagati è presto".

L'importante ora è capire la dinamica dell'incidente, aiutare chi è stato colpito. L'importante, in questo momento, è che vi sia uno spirito di collaborazione. Ieri, intanto, il Ministro ha istituito una commissione che si affiancherà all'inchiesta. 

Proclamato il lutto cittadino

Tutta la comunità di Stresa, particolarmente colpita da questa tragedia, sta dimostrando grande responsabilità e partecipazione. Queste, in estrema sintesi, le dichiarazioni rilasciate stamane nella conferenza stampa convocata al Palacongressi di Stresa, dal Ministro delle Infrastrutture italiano, Enrico Giovannini, intervenuto sulla strage della funivia dello Stresa-Mottarone, precipitata ieri e che ha visto la morte di 14 persone. La sindaco di Stresa, Marcella Severino ha proclamato il lutto cittadino per la giornata di oggi. Altre autorità presenti all'incontro con la stampa per fare il punto sul gravissimo incidente, il capo del Dipartimento nazionale della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, con il vicepresidente e assessore alla Montagna, Fabio Carosso, l’assessore alle Infrastrutture e Trasporti e alla Protezione Civile, Marco Gabusi e il Prefetto di Verbania Angelo Sidoti.

La procuratrice di Verbania, Olimpia Bossi, si è recata sul luogo della tragedia. «Ciò che ho visto è uno scenario di profondo dolore che immaginavo si potesse vedere solo in guerra» - ha dichiarato al Corriere della Sera. Prima di disporre la rimozione dei corpi, la procuratrice ha disposto un minuto di silenzio. L'inchiesta penale aperta ipotizza i reati di omicidio colposo plurimo e lesioni colpose. Secondo le prime dichiarazioni dell'azienda addetta alla manutenzione, l'ultimo collaudo al cavo spezzato risalirebbe allo scorso novembre. Tutti elementi al vaglio degli inquirenti, che dovranno inoltre fare luce sul motivo per cui non ha funzionato il freno d'emergenza.  

Sono cinque le famiglie devastate dall'incidente di ieri, quando una cabina lungo la linea della funivia Stresa-Alpino Mottarone, da poco rimessa in funzione, si è staccata precipitando nel vuoto: tre famiglie sono residenti in Lombardia, una in Emilia Romagna e una in Calabria. Tra quelle lombarde, quella residente a Pavia era di origini israeliane. La coppia si trovava in gita al lago Maggiore proprio per festeggiare il compleanno di lei. La famiglia in Puglia però non ha più avuto sue notizie dalle 11, quando la donna ha inviato alla sorella l'ultimo sms: “Stiamo salendo in funivia”. I genitori sono deceduti e così il figlioletto di soli due anni: quello di cinque è sopravvissuto allo schianto, e si trova ora in terapia intensiva all'ospdale Regina Margherita di Torino. Insieme alla famiglia, una coppia di anziani, i nonni materni arrivati da Israele per trascorrere le vacanze con la loro famiglia.

Tra le vittime c'è anche una coppia di Varese, nemmeno trentenne, appassionata di natura, mare e montagna, partita per una gita con destinazione la montagna che si erge tra il Lago Maggiore e il Lago d'Orta. E ancora, la famiglia di un 55enne residente a Vedano Olona (Varese), con un altro bimbo piccolo di 5 anni, deceduto dopo essere stato trasportato a Torino, e una coppia cosentina, lei trasferitasi a Verbania da alcuni mesi, lui iraniano, spostatosi da Roma a Stresa per una gita con la fidanzata.

'Cosa mai potrà succedere in Italia...'

Restano gravi le condizioni del bambino di 5 anni unico sopravvissuto all'incidente della funivia del Mottarone. Ricoverato al Regina Margherita, dopo l'intervento di ieri la prognosi resta riservata. Al momento il piccolo è intubato e sedato. In ospedale, nella tarda serata di ieri, è arrivata la zia del bambino, sorella del padre che nell'incidente è morto con la moglie e con l'altro figlio di due anni: "Ho chiamato mio fratello che non mi ha risposto, così anche mia cognata. Due ore dopo abbiamo ricevuto la conferma dei carabinieri e capito che mio nipote era vivo perché il suo nome non era nell'elenco delle vittime”, racconta la zia del bimbo. "Ho perso mio fratello, mia cognata, un altro nipotino – dice – e con loro sono morti anche i nonni di mia cognata, che dopo aver ricevuto il vaccino in Israele avevano deciso di venire in Italia per stare un po' con i nipoti dicendo 'cosa mai può succedere in Italia...”.

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