Confine

Varese: finti loghi su tessuti, due imprenditori denunciati

Il tessuto stampato con i finti loghi di note griffe quali Louis Vuitton e Gucci sarebbe stato trasformato in circa 2000 articoli tra borse e abiti firmati

(Foto Guardia di finanza)
19 febbraio 2021
|

La guardia di finanza di Busto Arsizio (Varese) ha individuato un negozio con licenza di vendita al dettaglio e all'ingrosso in possesso di pezze di tessuto ed etichette con marchi delle più note griffe della moda contraffatti.

Il materiale, pronto per il confezionamento, non era accompagnato dai previsti documenti che ne legittimavano la regolare provenienza e il legittimo possesso. I finanzieri bustocchi hanno perquisito i locali aziendali per sequestrate tutta la merce e ricostruire la filiera produttiva.

Grazie all'incrocio di fatture e documenti contabili rinvenuti e alle banche dati in uso ai militari del corpo, è stata poi individuata la stamperia del comasco da dove proveniva la merce. Lo sviluppo delle indagini consentiva di ricostruire come la stamperia comasca, attraverso l'utilizzo di alcuni file grafici forniti direttamente dalla committente di Busto Arsizio, riproducesse fedelmente - ma illecitamente - i marchi su numerosi tessuti, gran parte dei quali erano già rinvenuti dalle fiamme gialle all'interno del magazzino.

L'operazione, condotta nell'ambito del dispositivo permanente di contrasto ai traffici illeciti, ha permesso di sottoporre a sequestro oltre 800 metri lineari di tessuto già stampato e 100 etichette recanti marchi contraffatti. Anche le etichette erano pronte per essere applicate sugli articoli contraffatti destinati alla vendita sul mercato italiano ed estero.

Senza l'intervento delle fiamme gialle, il tessuto stampato con i finti loghi di note griffe quali Louis Vuitton, Gucci e Christian Dior sarebbe stato trasformato in circa 2000 articoli tra borse e abiti firmati che avrebbero fruttato considerevoli illeciti guadagni.

Il materiale sequestrato è stato posto a disposizione delle autorità giudiziarie di Busto Arsizio e Como e i due titolari delle imprese - di nazionalità italiana - sono stati denunciati per i reati di contraffazione, commercio di prodotti con segni falsi e ricettazione, mentre una delle due società coinvolte è stata anch'essa deferita all'autorità giudiziaria di Busto Arsizio.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔