Confine

Alptransit in Lombardia, c'è di mezzo un tunnel

La vecchia galleria che passa sotto Monza può rappresentare un ostacolo. E si interroga Roma: 'Non rispetta i criteri di sicurezza'

26 novembre 2018
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Un ostacolo lungo 438 metri sulla Tav lombarda delle merci (prolungamento in Lombardia dell'Alptransit): è il tunnel ferroviario dalla volta in mattoni, realizzato a metà dell'Ottocento e che passa sotto il centro storico di Monza. ''Un vulcano'' per Giampiero Mosca, ex assessore comunale, presidente del ''Comitato antirumore - No Tav a Monza', nonché medico da anni impegnato nella tutela e nella salvaguardia della salute dei cittadini. In vista del via libera al passaggio dal 2020 dei nuovi treni merci i 'No Tav a Monza' ha nuovamente puntato i riflettori sulla questione sicurezza con una petizione firmata anche dal sindaco del capoluogo brianzolo Dario Allevi (centrodestra) e dal consigliere regionale pentastellato Danilo Sindoni.

La questione del tunnel ferroviario di Monza è arrivata in Parlamento con un'interrogazione indirizzata dal senatore monzese Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega a Palazzo Madama, al ministro Danilo Toninelli, responsabile del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Il parlamentare leghista pone l'accento sul fatto che ''la galleria non rispetta i moderni requisiti di sicurezza e inoltre termina con una curva stretta sulla trafficatissima stazione''. Per far comprendere i paventati rischi il senatore Romeo sottolinea come ''sulla predetta linea è previsto, a regime, il transito di 220-250 convogli al giorno nell'arco delle 24 ore, per la maggior parte composti da carrelli porta-container e porta-semirimorchi, lunghi sino a 800 metri, con un ingombro di 4 metri di altezza e un carico medio che supera le duemila tonnellate''.

Il senatore Romeo ricorda che ''per l'adeguamento della linea inizialmente era previsto il quadruplicamento dei binari tra Monza e Chiasso, poi sostituito, per mancanza di fondi, con il potenziamento di quelli esistenti e con la modifica degli armamenti di linea, delle stazioni e degli spazi per i nuovi ingombri''. Il supposto mancato ''rispetto dei moderni requisiti di sicurezza'' ha spinto il parlamentare monzese a chiedere al ministro ''di adoperarsi presso le opportune sedi, e in particolare con Rete ferroviaria italiana, al fine di sottoporre la galleria a delle preventive e complete verifiche statiche e di sicurezza, e realizzare barriere acustiche sufficientemente estese ed elevate sui due lati dei binari. Stabilire limiti di velocità e considerare l'ipotesi di dirottare parte dei treni su un'altra tratta''. Non si riesce a capire quale tratta potrebbe essere, se non la Bellinzona-Luino, che già di suo con l'Alptransit prevede un consistente aumento di transiti. Tutto ciò conferma che le criticità si concentrano in Lombardia.

Tutti i problemi sarebbero risolti realizzando il progetto Lu-Mi-Med (Lugano-Milano-Mediterraneo), tangenziale ferroviaria da Seregno alla Certosa di Pavia per bypassare Monza e il nodo di Milano. Progetto in grado di superare l'''anelllo mancante a sud di Lugano''. Costi (una dozzina di miliardi di euro) e ultimazione dei lavori (2030) non si conciliano, però, con la richiesta di sicurezza degli abitanti monzesi del quartiere San Gottardo.

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