Chiavenna

Polemiche per la morte di una 14enne. Non c'era il rianimatore

Il sindaco del Comune deposita un esposto-denuncia alla Procura di Sondrio. Ma c'è chi difende la sanità lombarda

(foto Ti-Press)
26 ottobre 2018
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Non si placano le polemiche a Chiavenna dopo la morte della 14enne grigionese di Zuoz, in Engadina, che domenica si è sentita male attorno alle 14 sulla statale del Maloja a cento metri dall'ospedale chiavennasco. La ragazza, già cardiopatica, è andata subito in arresto cardiocircolatorio, per cui si rendeva necessario il tempestivo intervento di un medico rianimatore. Nel Comune, però, non era disponibile un'ambulanza attrezzata, per cui la ragazzina, in gita con i genitori e la sorella, ha dovuto attendere quaranta minuti l'arrivo dell'elisoccorso del 118 di Como, quello di Sondrio era impegnato su un altro intervento urgente.

La 14enne è deceduta durante il volo verso l'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Il sindaco di Chiavenna Luca Della Bitta ha inviato un esposto-denuncia alla Procura di Sondrio ''perchè faccia luce sui diversi aspetti della vicenda''. I quesiti posti dal sindaco chiavennasco: ''Perchè la ragazzina, che era a cento metri dall'ospedale, non è stata portata lì?”. “L'assenza dell'automedica (che sino a due anni fa c'era, poi è stato soppressa,ndr) è stata determinante. Domande che meritano una risposta''.

Ha aggiunto della Bitta: ''Non sappiamo se quello che si è verificato sarebbe stato in ogni caso l'epilogo della vicenda. I sindaci sono, sulla carta, autorità sanitarie, ma poi nei fatti non hanno alcuna competenza su ospedali e servizi ospedalieri. Noi sindaci da sempre ci assumiamo le nostre responsabilità. E' ora che faccia altrettanto chi ha il compito di gestire la sanità pubblica''.

La risposta dell'assessore regionale lombardo al Welfare Giulio Gallera non si è fatta attendere. Ha difeso ''l'organizzazione del sistema dell'emergenza sanitaria della Lombardia, che conta 800mila interventi all'anno, e che da anni è impostata in questo modo”. I dati e i risultati di questa organizzazione sono tali, ha rimarcato l'assessore, da non poter ricondurre l'esito di un singolo evento, in questo caso purtroppo negativo, a un ''difetto di tipo organizzativo''. A questo punto la parola passa alla Procura di Sondrio.

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