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Arrestato il sindaco di Valsolda, l'accusa è corruzione

Terremoto politico nel comune sul lago Ceresio, appena oltre la frontiera: il sindaco deve rispondere di tangenti e abuso d'ufficio legati al suo studio di progettazione e direzione lavori

1 marzo 2019
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È stato arrestato il sindaco di Valsolda – comune comasco sul lago di Lugano, appena oltre la frontiera di Gandria – nel corso di un'operazione di polizia giudiziaria condotta stamane nei confronti di 9 persone per presunte tangenti. Giuseppe Farina, architetto, è accusato di accordi corruttivi che hanno per oggetto il suo studio associato di progettazione e direzione dei lavori.

L'operazione, diretta dalla locale Procura della Repubblica, riguarda le province di Como, Sondrio, Milano e Roma. Al termine delle indagini, stamani è stata data esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari di Como nei confronti dei nove soggetti, di cui 2 in carcere (il sindaco ed un professionista) e 7 ai domiciliari.

I nove sono stati arrestati dalla Guardia di finanza di Erba su richiesta della procura "per sei episodi di corruzione di pubblico ufficiale per atti contrari ai propri doveri di ufficio".

25 mila euro di troppo

Il sindaco Farina, titolare di uno studio associato, è finito in carcere insieme al socio, ritenuto il "mediatore degli accordi illeciti" e a sette persone della zona (agli arresti domiciliari). Il sindaco è accusato di avere ricevuto nel 2018 del denaro "allo stato stimato in circa 25'000 euro", apparentemente a titolo di compenso per l'attività professionale prestata insieme al collega.

Secondo l'accusa, quei soldi sarebbero serviti per chiudere un occhio su alcune concessioni edilizie, date in violazione di vincoli urbanistici. Il tutto attraverso false attestazioni nelle segnalazioni di inizio attività e nelle relazioni tecniche, con modifiche nella destinazione d'uso, con la sanatoria di lavori abusivi – anche con pressioni da parte del sindaco sul funzionario dell'ufficio tecnico del Comune perché rilasciasse i titoli autorizzativi – e l'approvazione del progetto di trasformazione dell'ex caserma di Dasio in nove unità abitative.

Il sindaco è accusato "di avere accettato la promessa di denaro ed altre utilità economiche" dal proprietario di un terreno in una zona a rischio idrogeologico perché promuovesse l'approvazione da parte del consiglio comunale dell'acquisto dell'appezzamento.

Nel corso delle indagini, attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali, "si è accertato che la scelta dei privati (attualmente indagati) di affidare i vari incarichi allo studio di progettazione e direzione dei lavori facente capo al sindaco ed al suo socio ha fatto parte dell'accordo corruttivo", vista la possibilità del primo cittadino "di interferire nelle scelte urbanistiche del Comune e di orientarne l'esito", spiegano gli inquirenti. Dalle indagini finanziarie sarebbe emerso "un significativo incremento di fatturato dello studio associato, in concomitanza della nomina a sindaco" avvenuta per il primo mandato nel 2011.

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