In gennaio le esportazioni sono scese dell'1,6% rispetto a dicembre, mentre le importazioni hanno subito una contrazione del 9,3%
Inizio d'anno debole per il commercio estero svizzero: in gennaio le esportazioni sono scese dell'1,6% rispetto a dicembre, mentre le importazioni hanno subito una contrazione del 9,3%, sulla scia dell'arretramento del comparto chimico-farmaceutico, dopo due mesi molto buoni.
Le variazioni indicate sono nominali: in termini reali (cioè corrette dell'effetto dei prezzi) si sono attestate rispettivamente a -0,4% (export) e -3,3% (import), come emerge dai dati pubblicati dall'Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini. Hanno preso la via dell'estero merci per 21,2 miliardi di franchi, mentre in direzione opposta i movimenti sono stati di 18,4 miliardi: il periodo in rassegna si chiude così con un'eccedenza di 2,8 miliardi.
In confronto a dicembre i principali settori dell'export hanno mostrato tutti un calo, anche se di misura variabile. Il ramo di gran lunga più importante, la chimica-farmaceutica, segna (a livello nominale) -0,1% (a 11 miliardi di franchi); seguono le macchine e l'elettronica (-1,9% a 2,7 miliardi), l'orologeria (-3,7% a 2,2 miliardi) e gli strumenti di precisione (-5,6% a 1,4 miliardi).
A livello geografico il continente più interessante per i prodotti elvetici rimane l'Europa (-2,9% a 12,5 miliardi), con un contributo importante fornito da Germania (-3,2% a 3,4 miliardi), Slovenia (+73,8% a 1,7 miliardi) – un boom dovuto al segmento dei farmaci – e Italia (-21,9% a 1,6 miliardi). In flessione è il Nordamerica (-1,2% a 4,1 miliardi), con gli Stati Uniti che mostrano però un'avanzata (+1% a 3,9 miliardi) e mantengono il primato di maggiore importatore di merci dalla Confederazione (una posizione spesso disputata con la Germania). Fa un passo in avanti l'Asia (+4,2% a 4,7 miliardi), sulla scia del dinamismo della Cina (+10,7% a 1,4 miliardi).
Anche sul fronte delle importazioni il settore più importante rimane quello chimico-farmaceutico (-9,3% a 6,1 miliardi), seguito da macchine ed elettronica (-1,7% a 2,9 miliardi), veicoli (-16,4% a 1,5 miliardi), metalli (-3,4% a 1,2 miliardi) e alimentari (-0,9% a 1 miliardo). Riguardo alle regioni, sono in flessione sia l'Europa (-9,3% a 13,2 miliardi) che l'Asia (-9,9% a 3,5 miliardi), mentre in lieve crescita è il Nordamerica (+1,3% a 1,3 miliardi).