Economia

Arrivano nuove regole Ue contro le crisi bancarie

Si mira soprattutto a minimizzare il rischio che una crisi bancaria finisca per pesare sui contribuenti

(Keystone)
17 aprile 2023
|

La Commissione europea alzerà domani il velo sul nuovo strumento di gestione delle crisi e dei depositi bancari, un provvedimento più che mai di attualità dopo le recenti turbolenze sul comparto. La revisione delle regole era stata chiesta all'esecutivo Ue ancora a giugno 2022 dal Consiglio Ecofin, nel tentativo di far avanzare l'Unione bancaria per quanto possibile, e dopo vari rinvii vede un'accelerazione anche in scia alle crisi di Silicon Valley Bank e del Credit Suisse. In Italia potrebbe incidere soprattutto sulle banche medio-piccole, visto che va ad affermare il principio di proporzionalità nei ‘cuscinetti’ di capitale necessari agli istituti per il corretto funzionamento del salvataggio interno (requisiti Mrel, fondi e passività aggredibili dal bail-in) senza l'intervento pubblico. La difficoltà per le più piccole è che è spesso complesso, se non impossibile, che queste riescano ad accedere al mercato dei capitali per emettere strumenti aggredibili prima dei depositi per ripianare le perdite, come prevede la gerarchia del bail-in.

Più in generale la riforma afferma il principio di consentire agli schemi nazionali di garanzia dei depositi di intervenire in modo preventivo e con più libertà, agendo in maniera significativa sull'armonizzazione delle regole, anche rispetto agli istituti medio-piccoli, altrimenti soggetti a liquidazione. Interventi che in Italia sono stati sperimentati varie volte in questi anni attraverso uno strumento, lo schema volontario del Fird, pagato interamente dalle banche. Si mira soprattutto a minimizzare il rischio che una crisi bancaria finisca per pesare sui contribuenti, innescando fenomeni di contagio come quelli avvenuti nei recenti crac bancari Usa in istituti ritenuti ‘non sistemici’, aumentando il peso dei fondi di tutela nazionali, che intervengono accanto al Fondo unico di risoluzione (quest'ultimo per le banche a rischio sistemico). Fra i tre pilastri dell'Unione bancaria (vigilanza, risoluzione, garanzia dei depositi) solo la sorveglianza unica è pienamente attuata sotto la regia della Bce.

È invece in alto mare lo schema europeo di tutela dei depositi: la proposta della Commissione del 2015 resta in stallo e sembrano esclusi progressi a breve (anche se l'Ecofin del giugno 2022 sembrava impegnarsi a procedere dopo il Cmdi). Quanto alla risoluzione, la riforma del trattato del Mes – su cui manca solo la ratifica dell'Italia – attribuisce al Meccanismo europeo di stabilità anche la funzione di fare da rete di sicurezza finanziaria (‘backstop’) al Fondo di risoluzione unico nell'ambito del sistema di gestione delle crisi bancarie. La trattativa sulla proposta della Commissione su Cmdi parte comunque già in salita.

A parte i timori sui requisiti Mrel per le banche italiane medio-piccole, va registrato l'intervento del ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner che due settimane fa ha chiesto alla Commissione una deroga per le reti bancarie con uno ‘schema di protezione istituzionale’, come nel caso delle casse di risparmio e delle banche di credito cooperativo tedesche, la grandissima maggioranza delle banche in Germania (escludendo Deutsche Bank e Commerzbank). Non sembra però che nell'attuale impianto di riforma siano previste deroghe per gli istituti tedeschi e quindi già si prevedono scintille.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE