Economia

Rohner non restituirà nulla dei 52 milioni incassati

Attraverso un portavoce, l'ex presidente del Consiglio d'amministrazione di Credit Suisse smentisce le voci circa le sue ventilate intenzioni

Urs Rohner
(Keystone)
28 marzo 2023
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Contrariamente ad alcune voci circolate di recente, l'ex presidente del Consiglio di amministrazione di Credit Suisse Urs Rohner non intende restituire parte dei compensi incassati quando era ai vertici della banca, che ammontano a 52 milioni di franchi.

Contattato riguardo al tema dai giornali di Ch Media (cioè da Aargauer Zeitung, Luzerner Zeitung e St. Galler Tagblatt), il 63enne ha preso posizione attraverso un portavoce. "Come presidente del Consiglio d'amministrazione non ha ricevuto alcun bonus, quindi non c’è nulla da restituire", ha indicato l'addetto stampa. Rohner ha inoltre rinunciato volontariamente a parte della sua retribuzione per sette anni, ovvero dal 2014 al 2021. "Non ha ricevuto un totale di 5 milioni di franchi a cui avrebbe avuto diritto: le cose rimarranno così".

Rohner è stato vicepresidente dal 2009 al 2011, per poi assumere la guida dell'organo di sorveglianza dal 2011 sino al 2021, cioè per il massimo possibile, tenuto conto del limite statutario di 12 anni nel Consiglio d'amministrazione. Gli era subentrato António Horta-Osório, manager che, chiamato a mettere ordine, aveva rassegnato le dimissioni nel gennaio 2022 sulla scia di uno scandalo legato alla violazione delle regole di quarantena anti-Covid, e che quindi era stato a sua volta sostituito con Axel Lehmann.

Le critiche a Rohner non sono mai mancate in un decennio caratterizzato da grandi disavventure per la banca (miliardi di sanzioni negli Stati Uniti per aiuto all'evasione, vicende Greensill, Archegos, Mozambico, pedinamenti di top manager ecc.). Taluni hanno in particolare sostenuto che non avesse conoscenze sufficientemente approfondite in ambito bancario (prima di approdare a Credit Suisse era attivo per il gruppo mediatico tedesco ProSiebenSat.1).

Oggi, dopo il crollo totale sfiorato dall'istituto e l'acquisizione d'emergenza da parte di Ubs, Rohner è molto afflitto, afferma un confidente di lunga data citato in modo anonimo dai giornali menzionati in precedenza. Non si avventura quasi più tra la gente e teme l'ostracismo sociale: lo stesso di quanto subìto da Marcel Ospel nel 2008 dopo il salvataggio statale di Ubs o dai dirigenti di Swissair nel 2001.

Negli ambienti bancari zurighesi era circolata negli ultimi giorni la voce che Rohner volesse restituire alcuni dei milioni incassati nel corso degli anni. Ciò poteva apparire anche plausibile, considerato che il giurista è attivo nella società zurighese, nella scena artistica e culturale, ed è membro del Rotary. Si sarebbe trattato di recuperare parte della reputazione con una piccola ‘indulgenza’, come accaduto per esempio all'ex numero uno di Ubs Peter Wuffli, che in seguito è tornato a essere socialmente accettabile ed è ora impegnato con Partners Group, scrivono Aargauer Zeitung e quotidiani affini.

A Rohner i mezzi finanziari non dovrebbero mancare: stando ai dati della fondazione Ethos fra il 2009 e il 2011 per la sua attività nel Consiglio di amministrazione il manager con laurea in diritto all'Università di Zurigo ha ricevuto remunerazioni annue comprese fra 3,2 e 6 milioni di franchi, per un importo complessivo in dodici anni di 51,6 milioni: cioè quanto uno svizzero medio guadagna in 650 anni (un ticinese deve sgobbare più a lungo: non molto meno di 800 anni).

La gran parte della remunerazione Rohner l'ha ottenuta in contanti, non in azioni: una scelta rivelatasi oculata, perché il titolo Credit Suisse, che era di circa 61 franchi quando il manager è entrato in carica, vale oggi meno di 80 centesimi.

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