Economia

Posti di lavoro e benessere dalla ricerca scientifica delle multinazionali

21 gennaio 2016
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L’attività di ricerca in Svizzera delle grandi multinazionali genera benessere e posti di lavoro, ma la posizione di punta del paese nel campo dell’innovazione è in pericolo: lo afferma uno studio realizzato dall’università di San Gallo e presentato oggi a Berna dalle organizzazioni Swiss Holdings, Science Industries ed Economiesuisse.

Le 20 multinazionali con la maggior spesa per la ricerca contribuiscono al prodotto interno lordo elvetico nella misura del 4,7% e offrono 80mila posti di lavoro nella Confederazione. Sono anche all’origine di circa il 70% degli investimenti nella ricerca complessivi. Novartis e Roche fanno inoltre parte delle venti aziende mondiali maggiormente attive in questo campo.

La Svizzera gode insomma di una posizione importante a livello internazionale, che stando agli autori dello studio rischia però di perdere. Sempre più società stanno infatti spostando i laboratori in altri paesi: e la concorrenza non viene più solo dalla Germania o dagli Stati Uniti, bensì pure da altre nazioni, per esempio asiatiche.

La Confederazione deve quindi fare bene attenzione a mantenere favorevoli le condizioni quadro. Un pericolo è ad esempio costituito dall’iniziativa sull’immigrazione di massa. "È di particolare importanza che per l’applicazione dell’iniziativa sia trovata una soluzione compatibile con il panorama della ricerca e dell’innovazione", scrivono gli estensori dello studio. Le aziende devono poter ricorrere alla manodopera qualificata straniera per i loro laboratori.

Inoltre la riforma fiscale III delle imprese deve essere rapidamente portata avanti. Allo stato viene chiesto anche di non diminuire la spesa per formazione e ricerca, bensì al contrario di aumentarla.

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