Mentre Hollywood continua a contare i danni, la rassegna si apre nel cuore delle Montagne Rocciose dello Utah
Il Sundance Festival si è aperto nel cuore delle Montagne Rocciose dello Utah, nei giorni in cui l'industria cinematografica di Hollywood vede Los Angeles devastata dagli incendi. Park City e Salt Lake City, dove fino al 2 febbraio verranno proiettati 88 film in rappresentanza di 33 Paesi e territori, distano più di mille chilometri dalla megalopoli californiana, ma gli incendi devastanti che l'hanno sfigurata saranno presenti nelle menti e nei cuori e, indirettamente, menzionati sugli schermi della manifestazione. Gli organizzatori hanno parlato a lungo con i registi “che hanno perso la casa o sono stati sfollati” prima di decidere di venire nello Utah, ha dichiarato all'Afp il direttore del festival, Eugene Hernandez. “Ho ascoltato molte storie strazianti di persone che abbandonano le proprie case con gli hard disk sotto il braccio per salvare i propri film”.
Il Sundance aveva presentato all'inizio di dicembre, un mese prima dell'inizio degli incendi, un programma eclettico che avrebbe visto le star di Hollywood affiancarsi a giovani registi promettenti, non necessariamente americani. Fra gli oltre 90 lungometraggi (più corti, serie e pilot), si segnalano Jennifer Lopez in un nuovo adattamento de ‘Il bacio della donna ragno’, il remake del film di Ang Lee, ‘Banchetto di nozze’, in una versione diretta da Andrew Ahn con Lily Gladstone; un Benedict Cumberbatch da horror in ‘The Thing with Feathers’ di Dylan Southern, ma anche i temi della più stretta attualità, ora a confronto con le scelte della presidenza Trump: la guerra in Ucraina con ‘2000 Meters to Andriivka’ di Mstyslav Chernov, il racconto di un giornalista ‘embedded’ con un plotone di soldati ucraini, o ‘Mr. Nobody Against Putin’ di David Borenstein, cronaca della trasformazione di alcune scuole primarie russe nell'hinterland in luoghi di propaganda. Il conflitto israelo-palestinese risponde allo sguardo ironico di ‘Coexistence, My Ass!’, di Amber Fares, o allo scontro tra un adolescente palestinese e i soldati israeliani durante una protesta in ‘All That's Left of You’ di Cherien Dabis. Spazio all'identità sessuale e di genere con ‘Sally’ di Cristina Costantini dedicato alla prima donna astronauta americana che ha raggiunto lo spazio, Sally Ride, che per 27 anni ha tenuto segreto l'amore per la compagna Tam O'Shaughnessy, in conformità al don't ask, don't tell (la legge che permetteva agli omosessuali di arruolarsi nelle forze armate solo a patto che tenessero segreto il proprio orientamento sessuale). Nel documentario ‘Enigma’ di Zackary Drucker, invece, si raccontano i percorsi di April Ashley, prima modella transgender e Amanda Lear che per decenni si è confrontata con l'attenzione mediatica sulla sua identità.