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Duo Fresno, tocco criollo tra Bellinzona e il Perù

La genesi del progetto che unisce Ticino e Sudamerica raccontata dalla chitarrista bellinzonese Lara Fillmore

A sinistra il peruviano Rey Soto. A destra la bellinzonese Lara Fillmore
24 giugno 2024
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A parte qualche ‘e’ stretta tipicamente ticinese, dall’inflessione diresti che Lara Fillmore sia nata in Perù e invece di peruviano c’è solo la musica, benché presa da tanto interesse per i suoni della musica argentina, cubana e brasiliana – e per l’andamento particolare del vals criollo, un adattamento del valzer europeo portato nelle Americhe dall’Europa coloniale – la chitarrista bellinzonese un po’ peruviana si sente.

Per chi lo scorso 31 marzo a Biasca ha assistito al concerto che li ha visti insieme alla Bibliomedia, Lara ha unito la sua chitarra a quella di Rey Soto, chitarrista e produttore di Lima, Perù, per uno scambio culturale fondato sul ‘tocco’ criollo della chitarra peruviana, retto da uno sguardo più ampio tipicamente world music, dove ‘world’ va molto oltre ‘music’. «Qualche anno fa sono stata contattata da Ray, con il quale è iniziata una collaborazione via Zoom», ci racconta la chitarrista ticinese. «A un certo punto Zoom non è più bastato e in nove mesi ho organizzato una masterclass e tre concerti, l’ultimo alla Bibliomedia, per fare da ponte tra i ritmi afrodiscendenti di Perù e America Latina e il Ticino».

Frassino

Potere dell’autoproduzione, libera da vincoli, il Fresno Duo composto da Fillmore e Soto (fresno è ‘frassino’, centro dell’universo nella mitologia germanica) ha portato all’Ep ‘Caricia’ e – per il solo Soto – all’album ‘Soulmate’, prodotti usciti dalla neonata ‘Fresno’, qui intesa come etichetta discografica. In ottobre Lara tornerà in Perù, per vivere ulteriormente la cultura e la musica locale e i suoi esponenti. La attendono la trasmissione ‘Sonido del Mundo’, il cui nome dice tutto, e la radio nazionale del Perù. Già ci era stata, in Perù, per registrare gli album, per le interviste a Radio Internacional, condotto da due ‘lumi’ della musica criolla, e per produrre un breve Fresno-documentario, in cui è riassunto il progetto, un tentativo di esportare il tocco criollo da sempre confinato ai luoghi di appartenenza. «Non esce dai confini, io credo, perché non ve n’è l’opportunità, ed è un peccato. Noi conosciamo il valzer, mentre il valse peruviano è sì un tre quarti, ma sincopato, molto più interessante, che l’ascoltatore spesso confonde con samba o bossanova. Se la musica peruviana ha trovato un posto nel mondo, anche grazie alla fusione con il jazz, il valse rimane qualcosa di tipico della costa del Perù, e noi vogliamo portarlo fuori».

Varato Fresno, tutto può succedere. Anche che la Schertler di Chiasso, leader nell’amplificazione degli strumenti acustici per i grandi del jazz e della world music, s’interessi al progetto e proponga al duo di essere ‘ambassador’ del marchio. Lara: «Porterò in Perù un amplificatore e il sistema di amplificazione, affinché quella musica abbia il suono che merita».

Tragico-romantico

Lara Fillmore ha studiato all’Elvetic Institute of Music. Nasce come aiuto medico, poi decide di approfondire la musica e lascia una professione svolta per 25 anni. «Ho capito che potevo farlo, ora insegno musica a bimbi e mamme». C’entra forse anche l’essere nata a Napoli e avere (sì, per qualcuno il concetto sarà pure banale, ma così, molto spesso, è) la musica nel sangue. «Mio papà, col suo carattere tragico-romantico, suonava la fisarmonica in modo amatoriale e mi ha lasciato questi temi». Quel tragico-romantico, espressione che applicata alla musica napoletana e ai suoi testi bene la inquadra, ha un corrispettivo dall’altra parte del mondo: «Trovo tanta affinità con la musica peruviana e certi suoi testi. Credo si tratti di una comune tipologia di sofferenza, di perdita e allontanamento. Non è il dolore della musica brasiliana, ma è qualcosa in cui mi sono ritrovata in pieno».

Chiudiamo con l’inflessione peruviana di cui sopra: «Me lo dicono in tanti e non so dare una spiegazione. Forse è solo musicalità». O forse è perché il ponte con Lima è aperto quotidianamente per il lavoro a distanza che non si è mai fermato. «Il prossimo progetto si chiamerà ‘Camino’, vorrei coinvolgere musicisti ticinesi e altri dal mondo, per andare oltre il duo». È tutto, e tutto presto sarà, su www.fresno.pe.

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