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‘Deer Girl’, la sofferenza ineluttabile di Rachele

Diretto da Francesco Jost, il film affronta il tema dell’abuso familiare. In anteprima il 28 maggio al Lux di Massagno e il 29 maggio all'Otello di Ascona

Presentato alle 59esime Giornate di Soletta
27 maggio 2024
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Affrontare temi delicati è spesso difficile e gravoso, ma è anche ampiamente considerato un buon modo sia per imparare a riconoscere o ad approfondire determinate problematiche e situazioni, sia per elaborare avvenimenti personali dolorosi. Quasi nessuno è esente dall’avere vissuto esperienze traumatiche legate alla propria famiglia e talvolta, se non accettate e superate, anche grazie a un aiuto psicologico, possono generare un senso perenne di rabbia, avvinghiato al desiderio di rivalsa nei confronti del torto o abuso subito, e del suo perpetratore. È il caso di Rachele, protagonista del film ‘Deer Girl’, scritto e diretto da Francesco Jost, prodotto da Ventura Film e coprodotto da Vivo Film e Rsi, presentato alle 59esime Giornate di Soletta. Rachele è annichilita dalla propria incapacità di reazione agli abusi paterni, soprattutto ai danni della madre Ania, che generano un’ansia paralizzante perenne e un profondo senso di disgusto e vendetta nei confronti del padre. Una colonna sonora non sempre riuscita e una sceneggiatura ballerina, che cerca di sfruttare il voiceover della protagonista, non aiutano il film, che ciononostante riesce a risultare gradevole grazie a un utilizzo dell’immagine moderno e piuttosto accattivante, al netto di qualche vezzo estetico, oltre che da una prova attoriale nel complesso convincente.

Amore malsano

È il 25esimo anniversario di matrimonio e Mario ha organizzato una grande festa per la moglie Ania, tra balli e giri di grappa offerti a tutto il vicinato. Rachele si diverte con tutti e anche ballando con la madre, che è venuta a trovare per l’occasione; ma è subito palpabile l’enorme tensione con il padre Mario, da cui mantiene un certo distacco e nei confronti del quale non nasconde un senso di ripugnanza. In balia delle proprie emozioni negative e dell’odio viscerale che prova, Rachele si rifugia da Ermes, un giovane artista del posto con il quale c’è molta complicità. Nonostante l’affetto che i due sembrano provare reciprocamente, qualcosa trattiene la ragazza e la spinge a comportarsi in maniera violenta, sempre più sopraffatta dalle tensioni familiari e fuorviata dall’amore malsano dei propri genitori. I tentativi di avvicinarsi ad Ania falliscono e la presenza di Mario diventa sempre più insopportabile; Rachele si allontana sempre di più dalla propria famiglia, finché l’apparizione di un cervo nel bosco, durante una piccola sessione di caccia, le offre una possibilità di ottenere una piccola occasione di confronto e sfida, seppur di magra consolazione, con il padre.

Oblio d’incomprensione

L’incapacità di comprendersi è sicuramente un elemento centrale e ben gestito del film, capace di far entrare lo spettatore in uno stato di frustrazione, trascinato in un oblio d’incomprensione assieme ai personaggi che, anche quando riescono a trovare un momento di confronto reciproco, non sono in grado di aprirsi e capirsi. L’abuso è sicuramente un termine ombrello che comprende una moltitudine di situazioni e Rachele vive in un limbo, perché conosce i fatti, ma non è in grado di agire né tantomeno far reagire la madre Ania, che è a sua volta incatenata dall’amore tossico e ormai più che ventennale con Mario, di cui ne perdona i soprusi fisici e mentali.

In ‘Deer Girl’ si fatica a entrare in empatia con i personaggi nel loro vortice, la morale dell’ineluttabilità delle cose è molto marcata ma, nonostante i limiti di alcune scene importanti, la recitazione riesce a risultare convincente, supportata anche da un’ottima regia e creatività nella scelta dei piani; molte sono le inquadrature particolari, capovolte e filtrate attraverso dei veli o degli specchi d’acqua, con movimenti lenti e precisi che aiutano alcune scene a scivolare dolcemente, forse appesantendone altre in cui l’estetizzazione può risultare invece un po’ invadente. In generale, nonostante alcune difficoltà di coinvolgimento emotivo, il film riesce a risultare interessante, grazie a una gestione visiva che ha dell’inventiva e grazie agli attori, soprattutto la protagonista Denise Tantucci e Giorgio Tirabassi, convincenti e credibili.

A Massagno e Ascona

Sono due le anteprime ticinesi di ‘Deer Girl’. La prima è il 28 maggio alle 20.30 al Lux di Massagno, nella serata moderata da Moira Bubola, con la partecipazione di Walter Bortolotti (Produzione Rsi), del regista Francesco Jost e delle protagoniste Denise Tantucci e Anita Caprioli (versione originale in italiano). Il 29 maggio alle 20.30 il film sarà proiettato al Cinema Otello di Ascona, con l’introduzione di Alessandro Marcionni (Produzione Rsi), alla presenza del regista e di Denise Tantucci (versione in italiano con sottotitoli in francese e tedesco).

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