Cinema

Shirin Neshat dalla terra dei sogni

Fra critica sociale ed esperienza personale arriva nelle sale ticinesi ‘Land of Dreams’ dell’artista iraniana. Dal 26 gennaio all’Iride e all’Otello

Il sogno di Simin
(Ghasem Ebrahimian, Bon Voyage Films e Palodeon Pictures)
25 gennaio 2023
|

"Mi racconta il suo ultimo sogno? È per la sua sicurezza". Qualcosa nella richiesta e nella motivazione stride. Anzi è proprio la motivazione che non sta in piedi. E se l’ultima frontiera del controllo della cittadinanza da parte di uno Stato totalitario fosse proprio lo spazio onirico? Il territorio dei sogni tuttavia non è dominabile. Oppure sì?

Di sogni, grande fratello (in senso orwelliano) e Stato totalitario parla ‘Land of Dreams’ (2021). Distribuito da Cineworx, il film diretto dall’artista iraniana Shirin Neshat con il marito Shoja Azari, selezionato alla Mostra del cinema di Venezia nel 2021 e presentato al Geneva International Film Festival sarà nelle sale ticinesi da giovedì 26 gennaio: al Cinema Iride di Lugano e al Cinema Otello di Ascona (nelle lingue originali inglese e farsi, sottotitolato in francese e tedesco). La sceneggiatura del film è stata scritta dallo scrittore francese Jean-Claude Carrière (scomparso all’incirca un anno fa) e dal marito di Neshat, Azari. ‘Land of Dreams’ è un progetto artistico ampio che, oltre al film, contempla anche fotografia e videoinstallazione.

Con Sheila Vand nei panni della protagonista Simin, hanno partecipato al lungometraggio Matt Dillon (nel ruolo di Alan), William Moseley (che è Mark) e, fra gli altri, Isabella Rossellini (che interpreta Jane).

Per la vostra sicurezza

La trama della commedia satirica, senza dilungarci troppo nel dispiegarla, racconta di Simin, una giovane donna immigrata dall’Iran che lavora come ‘dreamcatcher’ (cioè "cattura i sogni") per il Census Bureau che, con il pretesto del censimento della popolazione, ha iniziato un programma di controllo degli abitanti registrando i loro sogni. Dopo aver raccolto i dati e ritratto le persone che suscitano il suo interesse, Simin, una volta rientrata al suo alloggio, le impersona segretamente e reinterpreta i loro sogni in farsi, sua madrelingua. Fa delle loro interviste qualcosa di nuovo che condivide con i suoi connazionali sui social.

Inconsapevole delle mire deviate dell’ufficio statunitense per cui lavora, il viaggio surreale della protagonista la porterà a scoprire che cosa significhi essere un cittadino libero. Sulla sua strada incontrerà personaggi più o meno ritrosi che le racconteranno o meno i propri sogni (in larga parte espressioni di paure): a colpire è la totale fiducia di alcuni svagati personaggi che si abbandonano al mantra "perlavostrasicurezza".

In questa peregrinazione nella regione centro-occidentale degli Stati Uniti – fatta di paesaggi aperti e sconfinati, motel, diner, brani country (secondo un’iconografia "stellestrisce" ben codificata) –, Simin ha al suo fianco Mark e Alan. I due uomini sono molto diversi fra loro, agli antipodi, incarnando due cliché: il primo (Mark) è un giovane vagabondo, un po’ hippie, mentre il secondo (Alan) gioca il ruolo del macho.

Sotto la patina poetica e surreale, addizionata di alcuni stereotipi, la commedia girata in un mese in New Mexico (nel 2020) racconta con ironia il futuro, un possibile futuro. La stessa realizzatrice ha definito il film "un avvertimento" su ciò che potrebbe essere. Insomma,"‘Land of Dream’ è un modo artistico e satirico di mostrare quanto siano ingannevoli e pericolose le strutture di potere; e come non sia troppo inverosimile immaginare che un giorno, in un futuro prossimo, le agenzie governative statunitensi, come il Census Bureau, potrebbero essere incorporate in società superpotenti come Facebook, Twitter e Amazon", ha illustrato Neshat in un’intervista.

Simin/Shirin

Simin è molto simile a Shirin; non solo nell’assonanza, consonanza del nome. Entrambe sono di origini iraniane e vivono negli Stati Uniti; tutte e due non riescono a identificarsi totalmente né in una né nell’altra cultura. Questo film, ha dichiarato, "è uno dei miei lavori più personali (…) Simin, come me, è un’artista, una fotografa, una performer il cui unico canale per affrontare la realtà è perdersi in un mondo fantastico, nella sua immaginazione creativa (…) sebbene ‘Land of Dreams’ appaia come una critica sociale della società americana, in realtà è un’espressione della mia esperienza in America".


Ghasem Ebrahimian, Bon Voyage Films e Palodeon Pictures
L’artista iraniana Shirin Neshat

Shirin Neshat, nata nel 1957 a Qazvin (in Iran), è un’artista e regista che vive a New York. Lavora con fotografia, videoinstallazione e cinema. Aveva lasciato il suo Paese d’origine per studiare negli Stati Uniti a Los Angeles. Allo scoppio della rivoluzione iraniana che instaura il regime islamico degli Ayatollah (è il 1979), Neshat è sempre un California. Dopo il periodo di lontananza forzata, l’artista farà ritorno in Iran solo nel 1990, entrerà in contatto con il mondo islamico dopo il regime khomeinista. Partita per New York, inizierà a scattare una serie di fotografie. È stato il momento in cui Neshat ha iniziato a fare arte, "una scusa per sentirmi reintegrata nella cultura iraniana" (cfr. laRegione, 8 gennaio 2003, p. 2). Nel corso degli anni ha tenuto numerose mostre a livello internazionale, la più recente alla Tate Modern di Londra, ma è anche famosa per le sue installazioni di videoarte.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE