Giornate del Cinema

A Soletta, storie di impegno politico e civile

Proponiamo una rassegna di tre film visti finora alla 58esima edizione del festival: ‘This Kind of Hope’, ‘Breaking the Wall’ e ‘Jours de fêtes’

‘This Kind of Hope’ racconta l’odissea di Andrei Sannikov
(Giornate del Cinema di Soletta)
24 gennaio 2023
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Questa 58esima edizione delle Giornate di Soletta è quasi in dirittura d’arrivo. Mai come quest’anno, tra i 217 film selezionati, si è visto tanto impegno politico e civile, senza però dimenticare di rendere omaggio al cinema tout court.

Il film d’apertura ‘This Kind of Hope’, di Pawel Siczek, racconta l’odissea di Andrei Sannikov, ex diplomatico bielorusso e oppositore del regime di Lukashenko. Sette anni di materiale girato racchiusi in un montaggio di novanta minuti: ritmo forte, una musica che scandisce il tempo e che sottolinea una tensione continua, come in un western, anzi in uno spaghetti western: queste le parole di David Langhard, giovane compositore alla sua prima colonna sonora. Tra i momenti più toccanti di questo documentario, senz’altro le riprese private della famiglia Sannikov, dove il figlio piccolo dà la sua definizione di libertà: un uccello che fugge dalla gabbia… metafora anticipatrice di quello che sarà il destino di Sannikov stesso.

‘Mi sono salvata scrivendo poesie’

Con ‘Erica Jong - Breaking the Wall’ di Kaspar Kasics, si torna invece a una biografia prettamente occidentale, quella della scrittrice Erica Jong. A quasi ottant’anni troviamo una donna bella, intelligente, colta e piena di vita, che ci guida con sincerità e ironia nel viaggio della sua vita, una vita piena di eventi e persone stimolanti – la famiglia d’origine russo-ebraica ashkenazita; la madre che le ha insegnato soprattutto a credere nella fantasia; i quattro matrimoni, tra cui quello con lo psichiatra d’origine asiatica, Jong, di cui porta il nome –. Una vita segnata da un evento la cui portata poteva essere devastante: il successo mondiale del suo libro ‘Paura di volare’ a soli 31 anni, quasi 13 milioni di copie vendute, la sorella maggiore, Claudia Mann, che, da allora, non le parla più perché le rimprovera di aver sbandierato i segreti di famiglia. Erica Jong, in un’intervista di repertorio si domanda: "Come mi sono salvata da tutto ciò? E risponde: "Scappando in Connecticut e scrivendo poesie…tutta la mia attività si basa sulla poesia".

Il film è anche un bellissimo viaggio per immagini attraverso New York, dal panoramico appartamento della scrittrice agli allenamenti a Central Park con il personal trainer – con una divertente Erica Jong che, mentre esegue un esercizio dietro istruzione del suo allenatore, si chiede: "Ma i piccioni lo sanno che sto facendo la figura del piccione?" –. E poi Venezia, dove ha scritto ‘Serenissima’, e poi la casa immersa nella natura in Connecticut.

Il film è molto generoso, perché la protagonista è molto generosa e non risparmia informazioni e riflessioni da condividere con il pubblico, come: "Cosa sarebbe Shakespeare senza sesso?".

La verità come mezzo per la libertà e l’immaginazione come step per arrivare all’attuazione: questo il messaggio di Erica Jong, grande personaggio, troppo ricco e complesso per essere racchiuso nello stereotipo femminista.

Quattro storie a San Pietroburgo

Terzo film di questa nostra personale rassegna è una prima mondiale, ‘Jours de fêtes’, di Antoine Cattin. In un momento storico quale quello che stiamo vivendo, dove Russia è diventato sinonimo di guerra e sconcerto, godere di un film che sappia comunicare la ricchezza e la contraddizione intrinseca di questo paese, è un piacere. San Pietroburgo vissuta attraverso le storie di quattro personaggi estremamente eterogenei tra loro: un kazako in cerca di un futuro migliore; una giovane conducente di tram e xenofoba alla conquista del potere; una matura ed elegante signora che sogna la pensione e un giovane arrampicatore di edifici in cerca di fama e affari. Le loro storie si dipanano in una San Pietroburgo teatro di varie feste nazionali – dal 9 maggio, giornata della vittoria sui nazisti, all’8 marzo, festa della donna –, città dalla bellezza struggente e luogo d’incontro, durante queste giornate festive, delle varie etnie dell’ex universo sovietico.

Quello che rimane di questo film, è lo sguardo positivo e fiducioso dei giovani protagonisti, nonostante le avversità del quotidiano e la loro capacità di sorridere e, perché no, ridere.

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