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Maestro e maestri del Festival internazionale delle Marionette

È un ‘best of’ il 40esimo della manifestazione voluta da Michel Poletti, dal 15 ottobre al 6 novembre al Teatro Foce con i nomi che hanno fatto la storia

Michel Poletti
12 ottobre 2022
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«Quando non ci sarà più energia, noi almeno potremo continuare a fare spettacoli». Saggio Poletti, che quando gli smartphone si spegneranno ancora muoverà le sue marionette, nel tempo distopico e nemmeno troppo inverosimile all’interno del quale – dal 15 ottobre al 6 novembre prossimi – andrà in scena l’edizione 2022 del Festival internazionale delle Marionette. È il 40esimo festival per Michel Poletti, occasione che vale un ‘best of’, e cioè quindici spettacoli al Teatro Foce di Lugano con ampia rosa dei nomi che hanno fatto la storia della manifestazione: «Ho voluto le compagnie affermate, le più applaudite, quelle di maggior qualità viste negli anni, o per lo meno i nomi ancora in attività. Sono tutti maestri». La formula, laddove previsto il doppio spettacolo, è un ‘classico’ accompagnato da una nuova creazione.

Monumenti nazionali

Tra i maestri scelti dal maestro Poletti, il cartellone include il nome di Jordi Bertran, maestro marionettista e poeta, sabato 29 ottobre alle 15: la sua ‘Antologia’, che è già classico, è un’ispirata serie di sketch che coinvolgono altri catalani come lui, Salvador Dalì e Pablo Casals, ma anche Louis Armstrong, clown e maghi delle bolle di sapone. Domenica 30 ottobre alle 16, Bertran presenta il nuovo spettacolo ‘Power Point: le storie incantate di Jordi’, cinque storie di misteriosi ‘punti’, come Erik Satie che vuole conquistare la Luna o Rimski Korsakov confrontato col suo calabrone.

Altri maestri. Al Foce arriverà il Teatro del Drago di Ravenna, tra le maggiori compagnie italiane, portatrice del primo di due Pinocchio, quello ‘In musica’ di giovedì 3 novembre alle 16, forte di oltre 1’200 repliche, anche in Asia e Cina, costruito sopra una fantasia musicale che riprende i temi legati al burattino di Collodi. L’altro Pinocchio è affidato al Teatro delle 12 lune, domenica 16 ottobre alle 11 in ‘Di Pinocchio l’avventura’.

Altri nomi storici: la Compagnia Claudio Cinelli si divide tra ‘Fantasie e meraviglie’ (sabato 22 ottobre ale 15, un proprio ‘best of’) e ‘Kabarett’, lo show della Regina Cavalla fatto anche di pianismo e canto lirico; ‘Il carnevale degli animali’ è il carnevale di Camille Saint-Saëns visto con gli occhi della Compagnia Blin, l’ultima compagine di marionette a fili di Francia: «I Blin hanno l’importanza dei Colla, monumento nazionale per l’Italia; la loro sfida è fare in tre ciò che gli italiani fanno in ventotto», mantenendo la maestosità dell’impianto.

Il Festival di Poletti si apre sabato 15 ottobre alle 15 con un triplo spettacolo: le ‘Danze indiane’ di Pannalal’s Puppets da Ginevra, già a Lugano negli anni ’80, con una testimonianza della loro parentesi indiana; ‘Pulcinella, morte e miracoli’ del Teatro delle 12 lune, con il non-napoletano Italo Pecoretti dietro uno dei simboli di Napoli; ‘La magia delle ombre’, le ombre cinesi di Valeria Guglietti, marionettista argentina che il giorno dopo alle 16 porta in scena la Roma antica in ‘Ombre cinesi: leggende di Roma’. Detto de ‘I vestiti nuovi dell’imperatore’ del Teatro Glug, che rilegge la celebre favola di Andersen, tra gli spettacoli prevalentemente per adulti e bambini ne spicca uno dedicato ai piccolissimi (dai due anni e mezzo): è ‘La piccola talpa Bim’ del Teatro Koekla, mercoledì 19 ottobre alle 15.

Gran finale e relativo prologo sono nelle mani di The Fifth Wheel, virtuosi tedeschi della marionetta che sabato 5 novembre alle 15 presentano ‘Il piccolo drago – Un milione di anni fa’, storia di un draghetto che ha perso la mamma, e domenica 6 alle 16 tornano in scena con ‘Il viaggio straordinario’, spettacolo di culto a base di fachiri, zingari, ballerine (e scheletri) applaudito in oltre 28 Paesi del mondo: «In base al mio gusto di semplice cittadino – dice Poletti – sono la mia compagnia preferita». ‘Il viaggio straordinario’ è stato creato a Europa Park, parco-divertimenti di Rust, Germania, dove gli artisti sono in residenza. «È una fortuna che possano tornare, durante la pandemia sono rimasti intrappolati in Corea del Sud, per tutta la durata del lockdown».

Settembre 1979

Più o meno un anno fa, quello di Poletti era ancora un festival di mascherine, non di scena. «La limitazione degli accessi, le sedie lontane, le famiglie da una parte e i singoli spettatori dall’altra, due anni di vendita online dei biglietti. Siamo tornati nelle condizioni ‘normali’, speriamo che la cosa duri». Detto questo, Poletti si consegna a un flashback: «Siamo nuovamente qui a chiederci se il pubblico verrà, come nel settembre del 1979, la prima edizione al Palacongressi di Lugano, una grande scommessa per mia moglie Michèle e per me, senza alcun aiuto da Città e Cantone, se non dall’Ente turistico e dal Percento culturale Migros; si era ben lontani dal budget necessario, tutto si giocava sul fatto che il pubblico arrivasse o meno: alle 15.30 abbiamo capito che saremmo potuti andare avanti». Avanti per 43 anni e 40 edizioni, al netto di quelle lasciate per strada a causa dei problemi legati alle sale, per arrivare sino a noi.

«Altri tempi, altro secolo», conclude Poletti. «A Lugano c’erano quattro quotidiani, di marionette parlavano radio e tv, c’erano i critici che seguivano tutti gli spettacoli». E c’erano i volontari, «l’impiegato di un museo d’arte che veniva a staccare biglietti, la proprietaria di negozi chic luganesi che veniva a fare la cassa: anche loro hanno permesso che il Festival iniziasse». Altri tempi e altro secolo, benché la storia delle marionette si riproponga «ciclicamente, alternando momenti d’interesse intellettuale allo spettacolo dedicato principalmente ai bambini quale oggi è. Il ciclo del revival, iniziato nel dopoguerra e del quale io e mia moglie siamo stati parte, è finito nel Duemila, ma qualcosa sta tornando. Forse siamo come l’Araba Fenice, che rinasce dalle ceneri, sperando che torni Fenice e non, che ne so, pinguino…» (è tutto su www.musicateatro.net).

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