Spettacoli

‘Spider-Man No Way Home’, un luna park molto noioso

Un ottimo cast, ma una regia confusa e una trama inconsistente per quello che, più che un film, è un videogame

Spider-Man home qualcosa
(Sony Pictures)
26 dicembre 2021
|

Senza troppi giri di parole: ‘No Way Home’ piacerà tantissimo e sta già conquistando i botteghini di tutto il mondo ma, duole dirlo, non è un film, bensì un videogame – o luna park, come detto settimane fa dal regista Ridley Scott proprio in questi giorni nelle nostre sale con ‘House Of Gucci’ – poco riuscito. Il film si apre esattamente dove il precedente capitolo, ‘Spider-Man Far From Home’, ci aveva lasciati. Con quel cliffhanger inaspettato: la vera identità dell’uomo ragno rivelata a tutto il mondo, con Peter Parker e tutti i suoi amici nel caos più totale. Peter si renderà così conto che il prezzo da pagare dal punto di vista sociale per lui, la sua famiglia, la sua ragazza e i suoi amici sarà troppo alto e così si recherà dal Doctor Strange per cercare di far dimenticare al mondo intero la sua identità e far tornare la sua vita ‘normale’. Da qui si innescherà il pericolo dato dai vecchi nemici di Spider-Man provenienti dal multiverso della Marvel e dai precedenti film del supereroe.


Il terzo film con protagonista Tom Holland ha tre principali problemi: non ha una struttura filmica, intesa come intreccio narrativo dotato di un inizio, una parte centrale e una finale; la regia e il montaggio sono, per buona parte del film e soprattutto nel finale, confusionari; il regista Jon Watts, che torna dopo lo splendido ‘Spider-Man Homecoming’ e il buonissimo blockbuster estivo ‘Spider-Man Far From Home’, compie tantissimi passi indietro, regalando una direzione disorientante e pigra. Pigra lo è anche la sceneggiatura, sostanzialmente inesistente a parte alcuni dialoghi riusciti. Il parco attori si muove in generale bene, con Willem Dafoe e Tom Holland in stato di grazia, con il primo che torna nei panni del riuscitissimo villain del primo Spider-Man del 2002, diretto da Sam Raimi (che il prossimo anno tornerà nei cinema con ‘Doctor Strange In The Multiverse Of Madness’), conferendogli di nuovo uno spessore maestoso. Ma non basta. Perché le motivazioni di ogni singolo personaggio – soprattutto gli antagonisti – sono senza senso: incongruenti con il film, con l’universo e gli universi che condividono e in alcuni casi addirittura assenti. E, cosa più grave, il fattore scatenante che dà il via alla storia è talmente assurdo da rovinare qualsiasi buona sequenza successiva. E ce ne sono, di belle scene, anche emozionanti. Punto positivo nel finale, dove il percorso di Peter Parker di Tom Holland tocca l’apice della sua storia dipanata su più film, ma la bellezza sta nel concetto e nella sola messa in scena, poiché come detto è la base di tutto questo film a essere sbagliata.


L’ultimo film di questa prima trilogia (Marvel Studios e Sony hanno confermato giorni fa una nuova trilogia) è sostanzialmente il trionfo del marketing, della nostalgia e del “fan service” (l’attenzione a dettagli marginali e gratuiti che soddisfano gli appassionati). Un’operazione concettualmente sbagliata, che non vuole dichiaratamente prendere nessun rischio ma dormire sugli allori di quanto buono fatto fino ad ora. Si può comunque passare sopra a tutto, godendosi un film pieno di fan service e di buoni momenti, che cerca di coccolare lo spettatore e soprattutto il fan più affezionato. ‘Spider-Man No Way Home’ è il film evento e come tale va vissuto in una sala cinematografica che regala un’esperienza collettiva che vale la pena d’esser vissuta.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE