Spettacoli

Addio a Stephen Sondheim, leggenda di Broadway

Le parole di ‘West Side Story’, e una pioggia di Tony e Pulitzer. Il compositore più influente nella storia del Musical si è spento nel sonno a 91 anni

Insignito della presidenziale Medal of freedom, nel 2015 (Keystone)

Si è addormentato dopo una cena con amici per la festa del Ringraziamento e l’indomani mattina era morto: il mondo del teatro dice addio a Stephen Sondheim, una leggenda di Broadway, considerato il più influente compositore di musical della seconda metà del Novecento. Sondheim, che aveva passato la maggior parte della pandemia nella sua casa di Roxbury nel Connecticut, aveva 91 anni e la sua scomparsa è stata “improvvisa”, ha detto l’avvocato e amico Richard Pappas. “Dai primi successi alla fine degli anni 50 quando scrisse le parole per ‘West Side Story’ (la musica era di Leonard Bernstein) e ‘Gypsy’, fino a tutti gli anni 90 quando compose musica e liriche per due audaci musical, ‘Assassins’, che dava voce a uomini e donne che hanno ucciso o tentato di uccidere presidenti, e ‘Passion’ sulla natura del vero amore (tratto da un film di Ettore Scola), Sondheim è stato una forza innovativa nel teatro americano”, ha scritto il ‘New York Times’, che lo aveva intervistato solo cinque giorni fa senza presagire che il leggendario musicista avesse problemi di salute. Anzi, secondo l’intervistatore, l’anziano compositore era “deliziato” perché il nuovo adattamento cinematografico del suo ‘West Side Story’ firmato Steven Spielberg sarebbe uscito a dicembre nelle sale. “Sono stato fortunato”, aveva detto Sondheim in quella conversazione: “Ho avuto buoni revival degli show che mi piacciono”. Spielberg ha reso omaggio al compositore: “È stato un gigante della cultura americana”.

Con il regista, a ruota, si sono uniti nel cordoglio grandi dello spettacolo a stelle e strisce da Barbra Streisand a Hugh Jackman, da Elaine Page a Lin-Manuel Miranda, mentre a New York veglie improvvisate a base delle sue canzoni sono state improvvisate nei piano bar del Village. Allievo di Oscar Hammerstein, un amico di famiglia, oltre al teatro, Sondheim aveva lavorato anche per Hollywood, vincendo un Oscar nel 1991 per la migliore canzone di ‘Dick Tracy’ e collaborando con Anthony Perkins a ‘The Last of Sheila’, la sua unica sceneggiatura. Per il resto è stata una pioggia di Tony, tra cui tre per miglior musical e sei per la migliore partitura musicale. Sondheim, ricorda Variety, è stato il compositore che ha vinto più Tony nella storia dei premi per il teatro, e, pur non avendo ottenuto il successo popolare di Andrew Lloyd Webber, ha alterato e allargato i confini del teatro musicale americano con audacia e aplomb attingendo alle fonti più disparate, dal commediografo latino Plauto (‘A Funny Thing’) a Ingmar Bergman (‘A Little Night Music’).

Il primo show per cui aveva scritto parole e musica (sono pochi nella storia di Broadway con questo doppio talento, tra cui Irving Berlin, Cole Porter, Frank Loesser, Jerry Herman e Noël Coward) fu la farsa del 1962 ‘A Funny Thing Happened on the Way to the Forum’, che vinse un Tony per il miglior musical. I titoli degli anni Settanta e Ottanta includono ‘Company’, ‘Follies’, ‘A Little Night Music’, ‘Sweeney Todd’, adattato per il grande schermo con Johhny Depp e Helena Bonham Carter, ‘Merrily We Roll Along’, ‘Sunday in the Park With George’ (che nel 1985 vinse il Pulitzer) e ‘Into the Woods’.

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