Musica

Jack Savoretti alla ricerca del suono, e il suono è 'Europiana'

Breve incontro in streaming per presentare il nuovo singolo ‘Who’s Hurting Who’, featuring Nile Rodgers: 'Ha portato il groove, il glamour, lo Chic'

Jack Savoretti (official website)
6 maggio 2021
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Gin, acqua tonica e salatini ‘griffati’ Jack Savoretti, recapitati a distanza per un happening di mezz’ora, con live finale piano e voce. L’occasione, doppia: l’uscita di ‘Who’s Hurting Who’, singolo in radio e sul Tubo da oggi, 6 maggio 2021, e la comunicazione di ‘Europiana’, neologismo e insieme titolo dell’album d’inediti atteso per venerdì 25 giugno, stesso anno. Nel magico mondo quadrettato di Zoom, un Savoretti tutto sorrisi racconta ai cronisti di musica il suo risveglio post lockdown: «Ho scritto come forma di fuga; ho sofferto la solitudine, l’ansia, come tutti. Poi ho chiuso gli occhi e sono andato oltre il senso d’intrappolamento cercando le soluzioni, gli ‘attrezzi’, affidandomi al senso dell’occasione». E ne è uscita quella che l’artista chiama «una celebrazione dell’amore, che viene dall consapevolezza della fortuna avuta negli anni passati, dalla fortuna di vivere oggi la pandemia a casa con mia moglie e i miei figli, dal fatto che quel che è accaduto ci ha mostrato l’errore di dare le cose per scontate. Ho deciso di raccogliere l’oppurtunità».

Groove, glamour & chic

Jack dice che l’album avrà i suoni «del viaggio, della libertà di viaggiare. C’è dentro tutto quello che abbiamo perso». Il suono, appunto. ‘Who’s Hurting Who’ vede la presenza importante ma non ingombrante di Nile Rodgers, featuring che va oltre il featuring: «È stata una benedizione, per tutto l’album. Nile ha portato il groove, il glamour, lo Chic», dove lo Chic è inteso come eleganza ma anche come l’immortale ‘Le Freak’. «Ho cercato per 40 anni il suono per eccellenza, in Europa, negli artisti che ascoltato, nelle collaborazioni, un suono che veniva da Philadelphia, da New York, che attraversava l’Oceano, venendo verso di me, a mischiarsi con lo storytelling tipicamente europeo», spiega Savoretti. E lo ha trovato in Rodgers, dietro le cose più elegantemente danzereccie di Bowie, Queen, Madonna, Duran Duran, Mick Jagger e tanti altri. Quel suono esce per Jack dai londinesi Abbey Road Studios (dei quali Rodgers è Chief executive advisor) a novant’anni dalla fondazione degli stessi e a quasi 50 dal giugno del 1962, quando George Martin vi portò per la prima volta i quattro di Liverpool, producendovi fino al 1969 pressoché tutto dei Beatles.

Quel suono si chiamerà ‘Europiana’, si è detto. «La mia generazione sta celebrando i '70, gli '80, i '90, che stanno tornando, in tanti artisti. Io voglio perpetuare quella musica, senza nostalgie». ‘Europiana’ è questo, è andare oltre: «Non volevo fare un pastiche o un hommage. ‘Europiana’ è Jacques Brel, Yves Montand, Julio Iglesias, Patty Pravo, quel songwriting romantico che arriva dal sud dell’Europa, il suono europeo spesso rilanciato senza dare i dovuti crediti». Che nel disco «sta insieme al funk, totalmente americano», per qualcosa che «non è un genere, ma una identità». Patty Pravo che torna, citata da Savoretti – in gioventù a Carona, “Ci ho lasciato un pezzo del mio cuore” – nell’intervista concessaci alla Rsi nell’aprile del 2019 ai tempi di ‘Singing To Strangers’, l’album dal Morricone sound portato al Palacongressi di lì a poco.

Baby grand

«Prima del 2020 mi sono ho comprato un baby grand (pianoforte, ndr), la cosa più straordinaria che mi potesse succedere. Avendolo in casa, ho deciso che avrei imparato lo strumento. Le canzoni vengono da qui, in passato ho scritto soltanto con chitarra. La mano destra ha prodotto melodie che la mia immaginazione non aveva ancora incontrato, aprendo un mio giardino segreto, un cancello verso soluzioni che non avevo». Anche il pianoforte ha accompagnato Savoretti negli appuntamenti quotidiani sui social: «Col primo lockdown, visto che ci tenevo alla mia sanità mentale, ho pensato d’imparare cose nuove, mi sono dato pressione quotidiana, ho scelto deliberatamente di condividere una canzone al giorno». In tutto, 65 cover. «Ma non è stato facile arrivare sempre preparato. Quello che non si è visto sono state le prove in pigiama».

Ci lascia proprio col suo baby grand, il ‘ticinese’ Savoretti, un Bechstein dal suono bello e secco sul quale sta scrivendo ancora – «Ma scrivere in italiano è difficile, devi saperlo fare. E io ci sto provando» – e che ascoltiamo in streaming mentre produce le note e gli accordi di ‘More Than Ever’, ballad pianistica che pare nata singolo, e che probabilmente singolo sarà.

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