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Le Stanze dell'arte: benvenuti in quella di Milo Ferrazzini

Classe Duemila, con il padre Claude Hauri è la metà del CelloDuo, live in streaming martedì 16 febbraio dal Cinema Teatro Chiasso. Lo abbiamo incontrato.

CelloDuo Hari-Ferrazzini
15 febbraio 2021
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È contento di poter suonare al Cinema Teatro Chiasso, e non solo perché è di Chiasso, ma perché palco importante. Milo Ferrazzini, classe Duemila, è una delle promesse ticinesi della classica e il Centro Culturale Chiasso gli ha arredato una delle quattro ‘Stanze della musica’ che dallo scorso 9 febbraio, ogni martedì alle 20.30 in streaming, portano all’attenzione del pubblico la scena musicale giovane nel momento cardine di una carriera artistica, quell’età durante la quale si compiono scelte decisive e che la pandemia non sta agevolando. Archiviato l'appuntamento con il pianista Andrea Jermini, aspettando quello di martedì 23 febbraio con Emanuele Zanforlin (violino) e Silvia Pellegrini (pianoforte), e prima della chiusura del 2 marzo con l’arpista Elisa Netzer, questa sera è la volta di Milo Ferazzini con Claude Hauri, un CelloDuo composto di padre e figlio incentrato sul non moltissimo materiale scritto per duo di violoncelli e su tutto il molto che a esso si può adattare, da Bach a Vivaldi, da Piatti a Dvorák, da Arutjunjan a Paganini, da Barrière a Monti, da Saint-Saens a Popper.

Da Chiasso a Monaco di Baviera

Dall’ottobre del 2019, Milo Ferrazzini studia alla prestigiosa Hochschule für Musik und Theater München, nella classe di Maximilian Hornung. Ma nel 2018 aveva già vinto il primo premio al Concorso svizzero di musica per la gioventù nella massima categoria, da cui la borsa di studio assegnatagli dalla fondazione Ruth ed Ernst Burkhalter; nel 2019, il primo premio nello stesso concorso, ma nella categoria ‘Musica da camera’, in duo col pianista Leonardo Crespi; nel 2020 la semifinale al concorso giovanile internazionale ‘Anna Kull’ di Graz. Tra le collaborazioni, il ‘Trio con moto’ (primo al concorso internazionale ‘Jugend musiziert’) e ‘theXcellos’, ensemble che dalla classica straripa nelle terre del rock e del pop. Milo cita Yo-Yo Ma, «uno che ha sfruttato e sta sfruttando lo strumento in campi prima impensabili». Uno strumento, il suo, «estremamente duttile, del quale, con gli Xcellos, cerchiamo di sfruttare tutte le potenzialità» (proprio tutte, fino a ‘The Final Countdown’ degli Europe).

Al live in streaming, Milo giunge preparato: «È già successo durante il primo lockdown, ma nulla di paragonabile all’avere un pubblico davanti. Fa comunque piacere sapere che molta gente da casa possa allietarsi le serate o i pomeriggi ascoltandoci». Niente a che vedere, l'online, per chi negli ultimi anni ha girato parecchio tra la Svizzera e l’Italia e trova nel suonare davanti a un pubblico «uno dei motivi per i quali si fa musica», e per i quali ha scelto di studiare violoncello a Monaco, «scuola di altissimo livello, bellissima realtà con molte possibilità e tanta offerta: il primo semestre, da ottobre 2019, c’era ancora la possibilità di andare ai concerti, l’Opera (Opera di Stato della Baviera, ndr) è molto vicina a dove studio».

Stimoli e passione

Come accade in Ticino, anche Milo può studiare lo strumento in presenza: «A Monaco il Conservatorio è aperto per le lezioni pratiche. Studiare online le materie teoriche non è un problema, anzi. Diverso è lo studio di uno strumento all’interno della lezione individuale, che se fatta non in presenza, così come successo durante il primo lockdown, proprio non funziona». E la pratica in presenza è gia qualcosa, in un periodo in cui perdere gli stimoli è un attimo: «A ogni concerto saltato c’è da ricostruirsi il morale. Spesso è capitato che si annullassero concerti con due-tre giorni di anticipo, mentre tu sei lì pronto, preparato al massimo, magari coi biglietti per l'aereo o per il treno già acquistati».

Non ci vuole molto a capire che è riconducibile al padre, affermato violoncellista, la scelta «non imposta» fatta da Milo, unico di tre fratelli a seguire la via paterna: «Da bambino il volerlo emulare è stato uno stimolo, all’inizio per gioco, in tranquillità, ma poi è diventata una passione, soprattutto negli ultimi anni». Decisivo, in questo senso, il pre-college al Conservatorio di Lugano. E poi, «arrivato in quarta liceo, mi sono detto che era il caso di provarci». E adesso c'è solo un imprevisto da superare: «Quando questo lungo stop sarà finito, spero di poter riprendere a suonare con la frequenza di prima, e tornare a fare cose normali come viaggiare, o suonare in orchestra, che oggi sono diventate impossibili».

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‘Le Stanze dell'arte’
Nuovi interpreti della musica
Ciclo di incontri musicali classici con nuovi talenti del Canton Ticino
(introduzione ai programmi a cura di Francesco Bossaglia)
In diretta streaming dal Cinema Teatro di Chiasso su www.cinemateatrochiasso.ch

 

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