Cinema

Incredibile ma vero: il cinema muto non muore ancora

Alle Giornate del Cinema Muto di Pordenone, come affondare le mani in un tesoro d'imprescindibile memoria

'Penrod and Sam' di William Beaudine (1923)
10 ottobre 2020
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Cos'hanno di strano le Giornate del Cinema Muto di Pordenone che nonostante la pandemia continuano a vivere? Hanno di strano che il cinema, quello che tutti credono di conoscere, ha vissuto prima di questa controllabile pandemia la prima guerra mondiale, più di 37 milioni di vittime, la febbre spagnola che costò venti milioni di morti, la seconda guerra mondiale con i suoi 57 milioni di vittime. Ecco, il cinema ha vissuto e raccontato, insieme a questo, la nascita e morte dell’ Unione Sovietica, i cambiamenti nella Cina e in tutti i paesi del mondo. Ed eccolo ad affrontare l'ennesimo problema: una pandemia.

Le Giornate del cinema muto 2020 sono partite ufficialmente nel pomeriggio del 3 ottobre con una serie di film aperta da un disegno animato, 'Un Voyage Abracadabrant' (Francia, 1919) di Henri Monier, che anticipa in maniera chiarissima 'Up', il film d'animazione del 2009 scritto e diretto da Pete Docter e Bob Peterson. Ma il film che più ci ha colpito è stato 'Captain Deasy promoting Martini Cars' del 1903, un film incredibile girato in Svizzera a Caux, vicino Montreux. Da qui, un'automobile primitiva parte dalla stazione ferroviaria per percorrere un viaggio tecnicamente incredibile, lungo i binari ferroviari a gran velocità. Siamo nel 1903 e il film Biograph è girato in uno splendido 68 mm, realizzati con una macchina da presa singolare, la Mutograph, con una risoluzione estremamente alta che garantisce una straordinaria ricchezza di dettagli. Il protagonista dell’impresa è Henry Hugh Peter Deasy (29 giugno 1866 – 24 gennaio 1947), un ufficiale irlandese che servì il regno britannico anche in India e che fondò  la Deasy Motor Car Company. Un tipo che per le sue ricerche nel Tibet e sull’Himalaya fu premiato con la Royal Geographical Society's Founder's Medal nel 1900. Deasy cominciò poi a condurre le prime auto nelle grandi sfide, un viaggio Londra Mosca e poi le montagne svizzere, quelle del Vaud per le sfide più incredibili. Come correre sui binari della ferrovia.

Più della fiction

Altri ancora sono i film conservati in questo straordinario formato che è il 68 mm e sono immagini della Venezia bloccata nei suoi mercati del pesce, nel via vai delle gondole, e i mulini olandesi, e il cambio della guardia londinese, ed è come affondare le mani in un tesoro che è diventato imprescindibile memoria, più della fiction. In un altro capitolo del Festival abbiamo incontrato le immagini di una New York fermata nel 1911, in un momento in cui ancora non è completo il successo delle auto, ed è incredibile vedere quei primi modelli guidati da autisti di colore in livrea che schivano bus trainati da cavalli e garzoni che spingono carichi sotto grattacieli che già si alzano. E sorprende un viaggio al Cairo di una vedette del teatro parigino che ci presenta piramidi e sfinge a Giza, in una condizione pre-restauro che lascia intuire altre storie.

Colpisce anche, tra tanti documentari, un ritrovato film per bambini: è 'Penrod and Sam', che William Beaudine diresse nel 1923 con un intero cast di bambini e bambine. Il film ha il merito di far interagire bianchi e afroamericani con reciproca simpatia, con un rispetto tipicamente fanciullesco che emoziona per la naturale semplicità dei rapporti. Tratto da un racconto scritto nel 1916 da Booth Tarkington, il film trova in Beaudine un regista sicuramente da riscoprire (uno che ha al suo attivo 362 titoli!). Emozionante la riscoperta di un film come 'Guofeng' (Costumi nazionali), film muto cinese diretto nel 1935 da Luo Mingyou e Zhu Shilin, e soprattutto interpretato da Ruan Lingyu e Li Lili; un film nato allo scopo d'ingraziarsi il governo del Kuomintang (KMT o Partito Nazionalista) che sotto la guida di Chiang Kai-shek (1887-1975) diede vita al movimento 'Vita Nuova', impegnato nel ritorno ai tradizionali valori del confucianesimo e del protestantesimo evangelico. Il film è un racconto etico, un messaggio morale con echi che oggi facilmente possiamo ritrovare nel dire di Papa Francesco. Il film è purtroppo importante anche perché è l'ultimo della grande attrice Ruan Lingyu, che subito dopo, venticinquenne, si suiciderà provocando un immenso dolore in tutta la Cina. E vedendola nel film si comprende il perché: è grandissima attrice.

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