Società

Il padre di Britney Spears rinuncia a essere suo tutore

La decisione mette fine a un'aspra battaglia legale tra genitore e figlia

(Keystone)
13 agosto 2021
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Britney Spears è più vicina alla libertà: il padre Jamie, che da 13 anni esercita un ferreo controllo sui suoi beni finanziari, ha accettato di rinunciare al suo ruolo di tutore.

"È una importante vittoria e un passo avanti verso la giustizia", ha esultato il nuovo legale della popstar, Mathew Rosengart, anche se Jamie non ha indicato la data in cui Britney potrà riprendere il controllo della sua vita: 'Risolte alcune faccende il signor Spears sarà nelle condizioni di farsi da parte", si legge nei documenti presentati in tribunale: "Ma non ci sono circostanze urgenti che giustifichino una sua immediata sospensione".

Britney è sotto tutela legale dal 2008: quell'anno, dopo un paio di clamorosi e pubblici crolli mentali, il padre ottenne dalla Corte di sottoporla alla "custodianship", un istituto legale applicato usualmente a persone molto anziane o gravemente malate.

Contro il parere dei fan, la famiglia ha sempre sostenuto che la tutela legale ha salvato la vita e le finanze della popstar. Di diverso parere i fan che notano come, neanche sei mesi dopo la decisione del tribunale, la cantante è stata psicologicamente e fisicamente in grado di riprendere la sua carriera musicale, incidendo album, facendo concerti in tutti gli Stati Uniti e guadagnando milioni di dollari chiusi prontamente da Jamie in cassaforte con la scusa che altrimenti la figlia li avrebbe sperperati.

Nell'ultimo anno tuttavia, vuoi per la claustrofobia da Covid, vuoi per l'approssimarsi del 40esimo compleanno, l'ex bambina prodigio della Disney è diventata sempre più insofferente al giogo paterno: in giugno Britney si era rivolta "senza filtri" alla giudice Brenda Penny denunciando, in una telefonata carica di emozione, gli "abusi" nel modo con cui Jamie aveva esercitato il suo ruolo di tutore. La popstar aveva minacciato di fare causa a lui e al resto della famiglia: "Lo voglio vedere in prigione", aveva detto alla giudice Penny.

L'ultimo colpo di scena non significa tuttavia che il movimento #FreeBritney possa definitivamente cantare vittoria: "Non ci sono ragioni per sospendere o rimuovere Jamie Spears ed è discutibile che farlo sarebbe nel miglior interesse di Britney", ha detto alla Corte l'avvocatessa del padre Vivian Thoreen: "Ciò nonostante, il signor Spears non ritiene che una battaglia pubblica con sua figlia sarebbe nel suo migliore interesse. E dunque, pur continuando a contestare l'ingiustificata richiesta per la sua rimozione, è pronto a collaborare con la Corte per preparare una ordinata transizione verso un nuovo tutore".

La Penny ha fatto capire nei giorni scorsi che non intende bruciare le tappe: la rimozione di Jamie sarà dunque il primo passo, dopo il quale altre misure dovranno esser prese, inclusa una perizia psichiatrica, se il team legale della popstar deciderà di proseguire lungo la strada della fine della tutela.

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