Scienze

In Svizzera diminuisce il consumo di antibiotici

La percentuale di persone che li hanno assunti è scesa dal 25 al 19% tra il 2016 e il 2022. Il 68% è a conoscenza degli effetti collaterali

Un po’ meno
(Ti-Press)
13 marzo 2023
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Gli svizzeri utilizzano sempre meno antibiotici. Stando a uno studio riportato dall’Ufficio federale della sanità pubblica, la percentuale di persone che li hanno assunti nei dodici mesi precedenti è scesa dal 25 al 19% tra il 2016 e il 2022. Le modalità d’impiego di questi rimedi restano poco conosciute dai più.

L’indagine – condotta ogni due anni a partire dal 2016 dall’istituto Demoscope su un campione di 1’000 persone di tutto il Paese nell’ambito della strategia nazionale per combattere la resistenza agli antibiotici – menziona un calo generale in Svizzera tedesca e in Romandia.

Gli antibiotici vengono presi più spesso nella fascia di età 55-64 anni (26%) e nella fascia di età 15-24 anni (21%). Per il 17% degli intervistati, il motivo dell’assunzione del farmaco è stato un intervento chirurgico o un’infezione/infiammazione (16%) oppure un’infezione del tratto urinario (13%). Nel 2022, all’elenco si è aggiunta l’infezione da Covid-19 (3%).

Poche conoscenze

Le conoscenze in merito alla durata di un trattamento con antibiotici variano considerevolmente. Il 44% degli intervistati ritiene che il ciclo debba terminare quando tutti gli antibiotici sono stati assunti come prescritto dal medico. Secondo il 17%, la cura dovrebbe essere interrotta dopo 4-14 giorni, mentre per l’11% si può smettere non appena ci si sente meglio.

Anche se nel corso degli anni è divenuto sempre più chiaro all’opinione pubblica che gli antibiotici non sono efficaci contro l’influenza e il raffreddore, nel 2022 più di un terzo (38%) credeva ancora che questi preparati uccidessero i virus.

Per quanto riguarda gli effetti collaterali, ad esempio disagi intestinali, solo il 68% degli intervistati sembrava esserne a conoscenza nel 2022, mentre nei sondaggi del 2016 e del 2018 la percentuale era più alta.

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