Scienze

Il cancro è la malattia dei paesi ricchi

Stando a uno studio italiano l'"epidemia di tumori" nelle economie benesanti è (anche) colpa di degrado ambientale e stile di vita

Archivio Ti-Press
12 febbraio 2018
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Crescita economica e nuovi casi di tumori crescono di pari passo, a mostrarlo è una ricerca condotta all’Università di Pisa su 122 Paesi nel mondo. Lo studio, firmato da Tommaso Luzzati, Angela Parenti e Tommaso Rughi del dipartimento di economia e management dell’ateneo pisano, è stato pubblicato sulla rivista Ecological Economics.

Oltre a rilevare il fenomeno, la ricerca cerca anche di analizzare le cause della cosiddetta "epidemia di cancro" che colpisce moltissimi Paesi, soprattutto sviluppati. Per farlo, spiega l’ateneo, i tre economisti sono partiti dai dati provenienti dal database "Globocan, un progetto dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Oms: l’analisi ha riguardato 122 paesi, circa il 90% della popolazione mondiale, e le 8 tipologie di tumori più diffuse (polmone, seno, colon-retto, prostata, stomaco, fegato, cervice uterina, esofago)".

"Secondo un’idea abbastanza diffusa – sottolinea Luzzati – l’aumento dei casi di tumore nei Paesi più ricchi sarebbe una buona notizia perché si legherebbe sia a una migliore capacità di diagnosi e, quindi efficienza dei sistemi sanitari, sia all’allungamento della vita che consentirebbe alle persone di ammalarsi di cancro anziché morire prima per altre cause". Lo studio rileva però che l’incremento "non può essere spiegato solo dalla maggiore aspettativa di vita, da statistiche migliori e da peculiarità regionali: piuttosto, un ruolo significativo deve essere attribuito al degrado ambientale e agli stili di vita, anche se la nostra analisi empirica non è in grado di distinguere fra i due".

Fattore significativo dell’incidente dei tumori è anche l’inquinamento ambientale, soprattutto per quello al polmone che risulta in crescita anche se nei Paesi più ricchi cala il numero dei fumatori. "Solo prendendo coscienza degli effetti negativi dello sviluppo economico – conclude Luzzati – saremo in grado di attuare politiche per affrontarli".

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