Pensiero

Non c'è confine al possibile

Passato e presente sono costellati di figure femminili da cui trarre ispirazione e determinazione. Perché: ‘Mai farsi limitare dalla limitata immaginazione degli altri’.

Dettaglio della copertina di Mujeres
22 luglio 2018
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“Le donne sono come i preti, imparano ma non capiscono”. Doveva essere una battuta (fra sessismo e anticlericalismo), detta da un professore in un auditorio pieno di studenti, durante un corso universitario; il primo cui ho preso parte. Qualche anno fa.

Purtroppo, in ogni tempo e dove, ci si ritrova confrontate e confrontati con argomenti che cavalcano stereotipi di genere spesso avvilenti. Ma non si vuole avviare qui nessuna battaglia. L’attacco lo prendiamo come spunto per guardare alla questione femminile che negli ultimi tempi ha ripreso vigore assumendo diverse forme: sintomo di un’urgenza. La questione di genere diventa contenuto di dibattiti e movimenti più o meno recenti nati dall’indignazione: ‘Niuna menos’, ‘Non una di meno’, ‘Se non ora quando’, #metoo, le manifestazioni negli Stati Uniti in seguito allo svilimento della percezione della donna nelle dichiarazioni di Trump.

Ma torna anche a essere contenuto di pubblicazioni di diversa natura: al di là di saggi femministi, anche libri per bambini che scardinano paradigmi e fumetti, che raccontano della forza delle donne (capaci, innovatrici e intelligenti), oltre gli stereotipi, oltre modelli belli (secondo canoni esclusivi) e fragili. Al contrario, passato e presente sono costellati di figure femminili luminose che certamente sconfessano i pregiudizi di una mentalità piuttosto maschilista, che per lungo tempo le ha obnubilate o quanto meno ne ha minimizzato la personalità e il contributo (a livello politico, civile, scientifico, artistico, giornalistico eccetera).

Donne che ritroviamo in due fumetti di recente pubblicazione. Il mese di marzo ha visto la stampa di “Mujeres” (Feltrinelli) e “Femmes magnifiques” (Mondadori). Di piglio storico il primo e antologico il secondo, entrambi spronano ciascun individuo ad andare oltre gli archetipi e cercare la propria strada con determinazione, rimanendo sé stessi. Da una prospettiva più larga, le due pubblicazioni, seppur diverse, sono stimolanti, incitando alla scoperta. Inevitabilmente (e per fortuna), leggendo ci s’incuriosisce delle storie narrate; curiosità che innesca la ricerca per approfondire e imparare qualcosa in più.

‘Mujeres’

“Non ricordateci tristi: ci siamo divertite, nei nostri giorni luminosi. Abbiamo appassionatamente preso a morsi la vita: a volte era dolce, altre amara... Ma ci siamo conquistate l’allegria per l’eternità! E nessuno può toglierci quello che abbiamo vissuto, perché come dice quel vecchio proverbio, nadíe te quíta lo baílado”. Sono le battute conclusive del fumetto scaturito dalla penna di Pino Cacucci e dalla matita di Stefano Delli Veneri, che hanno raccontato le vicende interconnesse di una generazione di donne messicane e no – Frida Kahlo, Antonieta Rivas Mercado, Chavela Vargas, Tina Modotti fra le altre – che hanno occupato un posto di preminenza nella storia del Paese centramericano, determinandone la vita culturale. Il graphic novel, ambientato negli anni 70, ha come narratrice Nahui Olin (al secolo Carmen Mondragón), che racconta quell’epoca straordinaria fra gli anni Venti e Trenta, che ha visto molte donne protagoniste della rivoluzione in atto.

‘Femmes magnifiques’

Artemisia Gentileschi, Marlo Thomas, Beth Ditto, Ada Lovelace, Björk, Peggy Guggenheim, Carrie Fisher... Sono solo alcune delle cinquanta donne che compongono l’antologia a fumetti ideata da Shelly Bond, curata insieme a Brian Miller e Kristy Miller. Cinquanta donne – più o meno conosciute, di epoche e paesi diversi, leggendarie o reali –, che hanno segnato il movimento femminista, aiutato il dibattito e contribuito al cambiamento. Penne e matite del libro sono diverse, così come i modi di raccontare – alcuni più intensi e riusciti di altri – le figure femminili, facendo emergere una storia collettiva che può essere d’ispirazione, mostrando come si possa andare oltre ai paradigmi di genere.

“Le ragazze hanno bisogno di avere dei modelli, quale che sia la carriera che scelgono di intraprendere. Non puoi diventare quello che non puoi vedere” (Sally Ride, astronauta).

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