piazza grande

‘Ida Red’, una famiglia criminale in Piazza

Un interessante film di serie B, quello presentato ieri sera dal regista e sceneggiatore John Swab. Ma un festival dovrebbe dare di più

12 agosto 2021
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Guardando questo ‘Ida Red’ che il regista e sceneggiatore John Swab ha presentato in Piazza Grande abbiamo subito pensato alle grandi saghe western dove, come nell’indimenticabile ‘Pat Garrett and Billy the Kid’ di Sam Peckinpah, portano lo spettatore a fare il tifo per il cattivo, per quello che criminalmente si ribella all’ordine ingiustamente stabilito. Di contro abbiamo anche pensato che in un tempo come il nostro, fondato sul politically correct, sul movimento Black Lives Matter e altri ancora, decidere di fare un film in cui gli assassini sono simpatici e gli integerrimi difensori dell’ordine pubblico antipatici, è coraggiosa scelta.

John Swab del suo film ha scritto: “Ispirandomi a film come ‘Strade violente’, ‘Cruising’,‘ Hardcore’ e ‘Heat’, ‘Ida Red’ è un neo-western che racconta la storia di una famiglia criminale americana in Oklahoma”. È importante il riferimento anche a quei film che chiusero gli anni Settanta del secolo scorso: ‘Ida Red’ infatti si situa in quella scia, trovando ispirazioni per i suoi personaggi ma anche per una ricerca linguistica che sovrappone idee e scuole, con non facile armonia. Qui ci troviamo di fronte a una strana famiglia, il cui capofamiglia-padrino è una donna, la Ida Red del titolo (la premio Oscar Melissa Leo) rinchiusa in carcere dopo un fatto di sangue in cui ha perso l'amato marito. Suoi degni figli sono Wyatt (un bravo Josh Hartnett), che copre onestamente i mali affari della famiglia, e Dallas (l'intenso e sempre attento Frank Grillo) che è il preciso braccio armato della famiglia. Con loro non c’è la sorella maggiore Jeanie (una convincente Deborah Ann Woll) sposata con un onesto poliziotto Collier (George Carroll), i due crescono amorevolmente una ragazza Darla (una eccellente Sofia Hublitz). Lei scoprirà di non essere la figlia della coppia ma la sorella minore di Jeanie e degli altri, la madre vera è Ida e lei è nata in carcere. Questa è forse la figura più interessante del film, l'unica che ha un'evoluzione e una precisa presa di coscienza. Dopo aver creduto a un ragazzo che sentiva innamorato, scoprendolo vantandosi con gli amici della sua facilità amorosa decide di tirar fuori lo spirito della famiglia e il ragazzo scoprirà la tristezza disonorante di farsi la pipì tra i pantaloni. Con la famiglia non si scherza.

Tutto ha inizio con una rapina a un autotreno sbagliata e con la scoperta della malattia terminale di Ida. Il resto è un buon film d'azione, ben costruito e recitato, quello che un tempo, onorevolmente, sarebbe stato un interessante film di serie B. Avevamo scritto all’inizio del Festival delle difficoltà che aveva probabilmente trovato il direttore nel reperire film di forza per la Piazza, ci si è accontentato di una programmazione spesso blanda e televisiva, un festival dovrebbe dare di più.

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