Il regista difende la libertà artistica e critica la guerra di Putin in Ucraina
Attaccato dall'Ucraina per aver partecipato in video alla settimana internazionale del cinema di Mosca, Woody Allen ha replicato alle polemiche difendendo la libertà artistica: "Credo fermamente che Vladimir Putin sia nel torto sulla guerra in Ucraina. La guerra che ha provocato è spaventosa. Ma qualunque cosa i politici abbiano fatto, non penso che tagliare le conversazioni artistiche sia un modo per aiutare", ha detto l'89enne regista in una dichiarazione passata alla Cnn dal suo assistente.
Quattro volte premio Oscar ma da anni all'indice negli Usa dopo le rinnovate accuse della figlia adottiva Dylan Farrow di averla molestata quando era bambina, Allen ha negato che l'intervento al festival sia stato un modo per "coprire" le responsabilità della Russia dopo che il ministero degli Esteri di Kiev aveva definito la sua partecipazione all'evento "una disgrazia e un insulto" nei confronti dei cineasti e attori ucraini colpiti dalla guerra.
Da Mosca intanto il neo-inviato speciale di Putin per la cooperazione economica e gli investimenti internazionali, Kirill Dmitriev, ha difeso su X la partecipazione di Woody al festival: "Cancellarlo per una videochiamata al festival di Mosca significa non cogliere il punto: la Russia non è isolata e l'arte dovrebbe costruire ponti, non bruciarli", ha detto il Ceo dal 2011 del Russian Direct Investment Fund che è nato a Kiev ed è considerato uno dei russi meglio integrati nel mondo finanziario occidentale avendo studiato a Stanford e lavorato a Goldman Sachs.
Woody aveva partecipato domenica a una conversazione online con il regista russo Fyodor Bondarchuk, un alleato di Putin autore di pellicole patriottiche come Stalingrad e figlio di Serghei Bondarchuk, il premio Oscar nel 1968 per Guerra e Pace, un film ispirato al romanzo di Tolstoj da lui clonato comicamente sette anni dopo in Amore e Guerra. Durante la conversazione, il regista americano aveva avuto parole di elogio per il cinema russo e la vita a Mosca e San Pietroburgo indicando anche che, se mai gli arrivasse un'offerta, valuterebbe volentieri uno script ambientato in Russia.
L'anno scorso d'altro canto Woody Allen aveva lasciato intendere di aver chiuso col cinema e che Coup de Chance, il suo cinquantesimo film, sarebbe stato anche l'ultimo. Dopo aver rotto nel 2019 con Amazon con cui aveva stabilito un contratto di collaborazione pluriennale e faticando a trovare finanziatori a Hollywood, il regista era stato costretto a cercare fondi all'estero per le sue ultime due pellicole: prima di Coup de Chance girato in Francia, Rifkin's Festival del 2020 era stata una produzione spagnola.