Chiasso ritrova per la 33esima volta il suo Festival di culture e musiche dal mondo, il 13 e 14 giugno con prologo la settimana prima
“Dica trentatré… giri” è lo slogan del prossimo Festate, il 13 e 14 giugno, dove “trentatré” sono le edizioni del Festival di culture e musiche dal mondo di Chiasso e i giri quelli del giradischi. “Rimanda al ritorno del 33 giri, dei vinili che parevano oggetti finiti nell’oblio e invece sono tornati. Spero continuino a creare curiosità nei giovani fruitori di musica e li spingano a cercare le giuste apparecchiature per ascoltarla nel modo più corretto”. Il riferimento di Armando Calvia, membro del comitato Festate, è agli MP3, che pare di sentire tutte le frequenze e invece è solo un inganno della mente. Per completezza d’informazione: “Qualcuno ha detto che trentatré sono gli anni di Cristo e sappiamo com’è andata a finire. Però Cristo è anche risorto”. L’eternità è quella che Calvia augura a Festate, perché questo sarà il suo ultimo anno tra le musiche e le culture dal mondo nella cittadina di confine. “Per limiti di età” lascerà anche la direzione artistica del Cinema Teatro Chiasso. Per entrambi i ruoli ha un ringraziamento a chi c’è stato e chi ci sarà e l’augurio per il proseguimento della resurrezione.
Nel “Dica trentatré” c’è pure un cenno al potere taumaturgico della musica, da viversi quest’anno in modo compatto: tutto sarà in piazza Bernasconi, davanti al Palazzo municipale, sede del palco principale. Anche il ‘Mangiamondo’, la proposta di cucine legate anche alle provenienze degli artisti. Nell’incontro di presentazione di Festate, il vicesindaco Davide Lurati ha sottolineato quanto la Città faccia per la cultura pur “in un posto da 8mila anime”. E per chi dovesse preoccuparsi dei costi elevati della stessa, Calvia risponde con parole del rettore di Harvard (“Provate con l’ignoranza”). Da Lurati anche la rassicurazione che il nome del successore del direttore artistico uscente sarà reso noto molto presto.
Punto fermo di Festate è ‘Ul suu in cadrega’, il consueto ‘aspettando Festate’ in programma nel Cortile Masseria a San Pietro, illustrato da Ferruccio Frigerio. Confidando nel bel tempo (al Salone dell’ex Asilo in caso di pioggia), venerdì 6 giugno si comincia con Jabel Kanuteh, maestro della kora, strumento appartenente alla famiglia delle arpe. Voce e strumento del gambiano saranno accompagnati dalle percussioni dell’italiano Marco Zanotti. A seguire, Rumbakana, unione tra strumentisti spagnoli, argentini, uruguayani e colombiani sancita tempo fa a Barcellona e firmata col ritmo della rumba di strada. Sabato 7 giugno, spazio agli Sparatrapp (in dialetto napoletano “cerotto”, da ‘spare wrap’, napoletanizzazione post-bellica), quartetto tragicomico guidato da Camillo ed Elia De Felice che fa della tradizione dei cantastorie partenopei una ‘Musica Medicamentosa’. Fusione italo-marocchina con sede a Marsiglia, il trio Zar Elitrik porterà nel Mendrisiotto una fusione di tradizione ed elettronica.
Insieme alla musica e alla buvette, non mancheranno i burattini per i più piccoli, le ‘Testacce di legno’ bolognesi (di venerdì) e i Burattini Bonacina (di sabato). Dall’una di notte di sabato, la proposta musicale a cura di Dj Costa, che in orario pomeridiano (le 19) aprirà i main act di Festate nella piazza del Municipio.
Festate comincia da KUTU, il 13 giugno alle 21.30, formazione che sancisce l’incontro tra il violinista francese Théo Ceccaldi (trionfatore alle ‘Victoires de la Musique’ nel 2017) con la voce di Hewan Geberewold. La proposta musicale – completata da Akemi Fujimori-Poivre (tastiere), Valentin Ceccaldi (basso) e Cyril Atef (batteria) – nasce dal viaggio di Ceccaldi ad Addis Abeba alla scoperta della scena etiope, dal quale se n’è uscito con una celebrazione di quella terra che unisce tradizione, elettronica e jazz. A seguire, l’eclettico Tonino Carotone (pseudonimo di Antonio De La Cuesta), spagnolo e pluripremiato cultore della musica italica da lui esplorata nei momenti imprescindibili degli anni 50 e 60. Già al fianco di Manu Chao, Gogol Bordello, Bandabardò, Elisa e Africa Unite, Carotone porta a Festate ‘Mondo DiVino’, album di inediti nato dalla collaborazione con il cantautore fiorentino Giulio Wilson (già autore per gli Inti-Illimani). Con loro, Mario Pelegatti (chitarra), Luigi Ghezzi (tromba), Antonello Gini (basso) e Andrea Sciarra (batteria).
E siamo alla serata di sabato, che parte dai Balkan Lovers di Goran Stojadinovic (voce e fisarmonica), fondatore nel 2007 della formazione basata a Lugano e che include Anna Kishanch (voce), Nicola Kitanovic (tastiere), Aleksandar Stojic (chitarra), Mario Cubillas (percussioni) e Dusan Stojadinovic (batteria e voce). Tra i palchi più importanti calcati dagli ‘amanti dei Balcani’, che fondono la tradizione con folk e rock, c’è anche quello di Estival Jazz. A seguire, accompagnata dai suoi Wizards, Mo’Kalamity, cantante autrice e compositrice di origini capoverdiane cresciuta in Francia, oggi parigina. Nei suoi viaggi da Kingston a New York ha vissuto il reggae da vicino e vi ha unito la spiritualità dei testi di cui è autrice.
Torna ScenaOff, sul palco allestito dietro il Municipio, dedicato ai musicisti del territorio. Sarà presente Radio Gwen, che ne diffonderà la musica sulle ‘frequenze web’. Di venerdì, i Moranera, da vent’anni calati sui suoni mediterranei tra atmosfere gitane, tarantelle e ritmi africani; a seguire, il Dj det di Smikes Selekta. Di sabato gli Zonasun, formazione nata nel 2003 per volere di Tom Siddh (Tommaso Mainardi), cantante produttore e songwriter, per una band che ha il reggae di fondo e intorno dub, hip hop ed elettronica. A seguire, il Dj Set di Vigor, nome d’arte di Daniele Bianchi, già membro di Otierre/Gente Guasta, nonché nome dalle grandi collaborazioni e trent’anni di carriera alle spalle.
Tra gli appuntamenti fissi di Festate c’è anche la Giornata del Rifugiato. Quest’anno la campagna nazionale dell’Osar (Organizzazione svizzera d’aiuto ai rifugiati) promuove il tema dell’integrazione di tutte le persone rifugiate sul territorio. ‘Vivere Insieme – Crescere Insieme’ è il titolo della campagna e SOS Ticino, in rappresentanza di Osar, porta all’attenzione di tutti un esempio di letteratura della migrazione. È Giuseppina Sciortino a illustrare l’appuntamento del 14 giugno alle 16.30 nel foyer del Cinema Teatro, luogo di presentazione del libro ‘Sono nato due volte’. Curato da Patrizia Borsa (docente in contesto migratorio), autore è Radwane Kayse, operatore sociosanitario arrivato in Svizzera dalla Somalia nel 2015, appena ventenne, seguito dai servizi sociali di SOS Ticino sino al raggiungimento della sua autonomia finanziaria. “La lingua in cui ci esprimiamo – spiega Sciortino – ci aiuta a costruire un’identità che è insieme specchio del percorso precedente e di quello del nuovo approdo. Questo libro è stato scritto durante il Covid, autore è un ex richiedente asilo arrivato a padroneggiare la lingua tanto da poter scrivere in poesia. Pensare di fare poesia in un’altra lingua presuppone anche un lavoro di traduzione del sentimento, della sensazione”.
L’entrata è gratuita. Tutti i dettagli sono su www.centroculturalechiasso.ch.