laR+ L’intervista

Due volte Claudia Quadri

Sabato 2 marzo alle 13.30 a Muralto per FestivalLibro. Viaggio attraverso ‘Infanzia e Bestiario’, Premio svizzero di letteratura 2024 (e non è il primo)

Due volte Premio svizzero, la prima nel 2015
(Keystone)

Con la sua ultima fatica letteraria ‘Infanzia e Bestiario’ (Casagrande, 2022), Claudia Quadri ha fatto di nuovo centro, figurando per la seconda volta tra i vincitori del Premio svizzero di letteratura. E se c’è qualcuno che sa come tessere insieme le storie familiari e temi più ampi come le crisi ambientali e sociali, è sicuramente lei. Il suo romanzo, che si spinge oltre i limiti di un semplice diario personale, è una storia autobiografica il cui trionfo non è una sorpresa per chi l’ha seguita fin dalle sue prime opere.

«Questo bis di premi mi ha preso un po’ di sorpresa devo ammettere. Ricevere il riconoscimento è una grande emozione perché è un libro molto personale», ci rivela l’autrice. «Ogni romanzo su cui lavoro diventa speciale per me, ma con ‘Infanzia e Bestiario’ ho cercato di esprimere non solo la mia connessione con il mondo naturale e le preoccupazioni ambientali, ma anche di rendere omaggio alla memoria familiare e alla storia dei miei genitori. Credo che sia importante integrare elementi autobiografici con tematiche più universali per creare un’opera che sia autentica e significativa».

La natura ha sempre giocato un ruolo fondamentale nella vita di Claudia Quadri, regalandole ispirazione e meraviglia sin da quando era bambina. «Vivere ai margini della città è stata una fortuna incredibile. Ho sviluppato fin da subito un rapporto più paritario nei confronti degli animali, nel senso che non faccio una gerarchizzazione mettendoli in fondo alla piramide». Nel romanzo, il suo sguardo è pervaso dallo stesso stupore che avvolge i ricordi d’infanzia, quei momenti in cui tutto sembra nuovo e sorprendente, con la consapevolezza adulta del suo ruolo di spettatrice del mutamento di quei posti a lei cari.

L’inevitabile fluire del tempo, che ha sempre ossessionato l’uomo, non spaventa la scrittrice: «Per me, non si tratta tanto di rimpiangere il passato quanto di richiamarlo per integrarlo nel presente», precisa, distaccandosi di netto dalla malinconia proustiana e il suo “tempo perduto”.

‘La mia vita? Una cerimonia del tè’

‘Infanzia e Bestiario’ non si prefigge di essere una sequela di ricordi e riflessioni nostalgiche: è un monito sulla necessità di preservare il mondo naturale e i luoghi importanti, cui l’autrice rimane fedele. «La mia vita è come la cerimonia del tè giapponese», scherza Quadri. «Essere rimasta ancorata a questi stessi luoghi mi ha trasformata in una testimone del loro cambiamento. Le passeggiate, che nel libro compio con il mio cane e che ironicamente chiamo le ‘passeggiate dell’antropologa’, diventano un’opportunità per osservare le trasformazioni di questi luoghi e la loro evoluzione». Le camminate con Wisky cuciono insieme questi racconti separati che vanno a comporre un’unica narrazione, ma, nonostante l’importanza del suo fedele compagno a quattro zampe, l’autrice sottolinea che è un libro con gli animali, ma non sugli animali. Così come in altre opere e grandi classici, difficile dimenticare i boriosi maiali di ‘La fattoria degli animali’ di Orwell, gli animali diventano veicoli di temi più profondi e complessi. «Per esempio, la mucca con un appetito insaziabile», spiega l’autrice citando uno dei racconti del romanzo, «non è solo una mucca; è una finestra aperta su altri tipi di appetito come desideri, talvolta segreti o persino tabù, magari di natura sessuale».

Il suo modo di parlare al lettore è un gioco di nascondino, spargendo accenni autobiografici e analisi del tessuto sociale che sbocciano in pienezza nelle pagine della sua ultima pubblicazione. Sono passati quasi dieci anni dal primo Premio svizzero di letteratura, vinto nel 2015 con ‘Suona, Nora Blume’ (Casagrande, 2013), ma alla domanda se la sua scrittura sia cambiata come i paesaggi di cui prende nota, la risposta di Quadri rimane sul piano esistenzialista: «È cambiata la prospettiva, sono una persona con più anni dietro di sé. Il mio spirito si è ammorbidito, ma la scrittura è rimasta pressoché la stessa; forse, sono io a essere cambiata un po’».

Pioniere dimenticate

Ispirazione, passione, e persino un documentario in lavorazione. Il suo ultimo progetto sembra allontanare la sua penna dalle pagine scritte per approdare al grande schermo. «Attualmente ho appena terminato il documentario intitolato ‘Elsa Barberis: una pioniera dimenticata’, prodotto da FiumiFilm e coprodotto da Rsi, che rappresenta per me un progetto multidisciplinare che unisce arte, moda e storia. Un progetto che mi offre l’opportunità di esplorare nuove forme espressive e collaborare con diverse realtà per portare alla luce storie dimenticate».

Oggi

È il venerdì di Mauro Corona

La Muralto di FestivalLibro si sveglia alle 10.30 al Palazzo dei Congressi con il teatro musicale di ‘Chapeau Rouge e Chapeau Noir’ (per le scuole elementari e dell’infanzia). Alle 14, nella palestra dell’Istituto scolastico, apre le sue porte la Fiera del Libro e poi fa incontrare la scrittrice Meral Kureyshi con i liceali di Locarno e Bellinzona.

Alle 18, l’inaugurazione ufficiale di FestivalLibro al Palazzo dei Congressi dove, alle 18.15, è atteso Mauro Corona in dialogo sulle sue ‘inquietudini letterarie’ con il direttore artistico Renato Martinoni. Nella stessa sede, alle 20, Daniela Persico (Locarno Film Festival) introduce ‘Sur le chemins noirs’ (A passo d’uomo), film di Denis Imbert che inizia alle 20.30 al Cinema Rialto 1.

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