È morto lo scrittore Cormac McCarthy, aveva 89 anni

“Milioni di lettori in tutto il mondo hanno abbracciato i suoi personaggi, i suoi temi mitici e le emozioni intime e genuine che ha deposto in ogni pagina in romanzi brillanti che vivranno per sempre”. Parole del suo editore, Nihar Malaviya, Ceo di Penguin Random House. Cormac McCarthy è morto all’età di 89 anni per cause naturali. Il decesso dello scrittore, sopraggiunto nella sua casa di Santa Fe in New Mexico, è stato confermato dal figlio John.

Autore di bestseller come il post-apocalittico ‘La strada’ e ‘Non è un paese per vecchi’ – adattato dai fratelli Coen in un film con Tommy Lee Jones, Javier Bardem e Josh Brolin, premiato agli Academy Awards –, McCarthy è stato il cronista dell’America degli Appalachi e dell’oscuro e crudele Wild West.

Era nato Charles McCarthy il 20 luglio 1933 a Providence, Rhode Island. Dei suoi dodici romanzi, ‘La strada’ (2006) vinse il Premio Pulitzer. Il libro racconta le peregrinazioni di un padre e di un figlio in un Paese devastato da un cataclisma di origine sconosciuta. Le prime opere dello scrittore erano ambientate negli Appalachi, indebitate nello stile a William Faulkner, e non è un caso che l’editor dei primi cinque libri di McCarthy a Random House, Albert Erskine, fosse stato anche il curatore di ‘The Reveirs’, l’ultimo romanzo del premio Nobel.

L’anno scorso, sfidando l’età, l’autore della Trilogia della Frontiera – ‘Cavalli selvaggi’ (1992), ‘Oltre il confine’ (1994), ‘Città della pianura’ (1998) – era tornato a scrivere dopo una lunga pausa: ‘Il Passeggero’ e ‘Stella Maris’, usciti negli Stati Uniti a due mesi di distanza, si distaccavano tematicamente e stilisticamente dall’opera precedente dello scrittore, per raccontare la storia dell’amore ossessivo di Bobby e Alicia Western, due fratelli tormentati dalla legacy del padre, un fisico che aveva contribuito a realizzare la bomba atomica.

La maggior parte dei libri di McCarthy, di cui recentemente si era parlato come in odor di Nobel, erano ambientati nel Sud e nel Sud-ovest degli Stati Uniti. Molti di essi sono stati adattati da Hollywood: oltre al già citato ‘Non è un paese per vecchi’, ‘La Strada’ è stato portato al cinema da John Hillcoat con Viggo Mortensen e Kodi Smit-McPhee, mentre in ‘Cavalli Selvaggi’ – tratto dal suo primo bestseller – recitano Billy Bob Thornton, Matt Damon e Penélope Cruz (in lingua italiana, la pellicola è uscita con il titolo di ‘Passione Ribelle’).

‘Invisibile’

Attivo nella comunità di Santa Fe, Cormac McCarthy non frequentava il mondo letterario e mondano e in questo senso è stato definito uno degli ‘invisibili’ della letteratura statunitense assieme a J.D. Salinger e Thomas Pynchon. Il critico Harold Bloom lo teneva in altissima stima: a suo avviso, McCarthy faceva parte dei ‘magnifici quattro’ della narrativa contemporanea a stelle e strisce accanto a Pynchon, Don DeLillo e Philip Roth.

L’uscita dei due romanzi, nel 2022, aveva chiuso un lungo periodo di silenzio da parte dello scrittore, i cui dieci libri precedenti erano usciti con regolarità a partire dal primo, ‘Il Guardiano del Frutteto’, pubblicato nel 1965. Nell’interregno degli ultimi anni, McCarthy si era invece limitato alla sceneggiatura di ‘The Counselor’ di Ridley Scott.

Tra le prime reazioni social, si è registrata quella di Stephen King, inchinatosi su Twitter davanti a “forse il più grande romanziere americano del (suo) tempo”. Anche il musicista rock Jason Isbell si è chiesto su Twitter “quanti di noi sono stati influenzati” da McCarthy? Dando questa risposta: “Un numero incommensurabile”.

Recluso e distaccato dalle costrizioni materiali – ha vissuto a lungo in squallidi motel –, Cormac McCarthy ha concesso solo una manciata di interviste ai media. ANSA/RED