‘Lupus et lupus’, il primo semestre con al centro l’opera di videoarte di Françoise Pétrovitich. Da venerdì 18 febbraio fino al 9 giugno
Insieme al titolo, ‘Lupus et lupus’, l’immagine che campeggia sul poster ufficiale è sufficientemente esaustiva del tema trattato. In questo 2022, per l’annuale rassegna, il Circolo di Cultura di Bellinzona ha scelto di approfondire il tema della violenza. Durante il primo semestre di ‘Dialoghi’, al centro di tutto sarà l’opera di videoarte ‘Le loup et le loup’, pochi minuti di sequenza animata fatta di disegni a matita, acquarello e pastello di Françoise Pétrovitich, con musiche di Hervé Plumet. «Ho visto questo video al Castello di Gruyères – racconta Sara Pellegrini, presidentessa del Circolo – e mi aveva molto coinvolto. Visto che lo scorso anno si sono tenuti diversi incontri sul tema della violenza sulle donne, ho trovato che l’opera di Pétrovich potesse bene inserirsi nell’epoca in cui viviamo, ora che si comincia, finalmente, a sensibilizzare le persone sul problema». Un’opera di videoarte è anche una parziale novità nel febbraio del Circolo: «Il rapporto con l’arte contemporanea, sempre presente nelle precedenti edizioni, da quanto riferito da alcuni dei nostri frequentatori risulta in alcuni casi di non immediata comprensione. Così, insieme a Christian Egger, direttore della Galerie C - contemporary art di Neuchâtel abbiamo optato per questo video, meno difficile di un quadro o di un disegno, e che parla in modo fine, anche simbolico e metaforico, dell’esperienza traumatica di tante donne nel divenire adulte. L’autrice d’altra parte è artista fruibile, ma che dice le cose che si devono dire».
Il vernissage, con la ‘prima’ del video, è fissato per venerdì 18 febbraio alle 18.30 presso Domus Poetica in via A. di Sacco 4. L’arte in forma fisica, comunque, resta: in dialogo con l’opera di Pétrovitch, sempre per intercessione di Galerie C, saranno opere di artisti contemporanei internazionali: Matthieu Gafsou, Anne Golaz, Guy Oberson, Françoise Pétrovitch, Éric Poitevin , Augustin Rebetez, Lionel Sabatté, Emeli Theander. Il tutto a cura di Egger.
‘Dialoghi’ porta come sottotitolo ‘Mostra d’arte, conferenze, incontri’, quelli in cui a una serie di ospiti sarà mostrato il filmato. A partire dal dopo-vernissage, sabato 19 febbraio alle 18.30, nella tavola rotonda con Daniele Bernardi (artista, poeta e attore), Michael Jakob (insegnante di estetica e teoria del paesaggio presso la HEAD e l’Hepia di Ginevra, al Politecnico di Milano e all’Accademia di Architettura di Mendrisio), e Antonia Nessi (conservatrice e codirettrice del Museo MAHN di Neuchâtel). Il ciclo d’incontri proseguirà il 10 marzo con il frate cappuccino Michele Ravetta; l’8 aprile, spazio a Ursina Badilatti, sportiva d’élite; il 5 maggio, Stefano Laffranchini, diretttore del penitenziario La Stampa, il 9 giugno, per concludere, la performance di Ledwina Costantini, regista e attrice teatrale, che porterà al Circolo un estratto dal suo ‘Requiem for my dream’ visto tra il Sociale e Villa dei Cedri. Conclusa la mostra e le sue diverse applicazioni, il tema resta, spostandosi sul letterario, musicale e poetico. Il 22 settembre, Basilio Luoni, di casa al Circolo dove presentò ‘La Pasqua’, legge La Fontaine nella traduzione italiana da lui curata, in dialogo con Mauro Vaccani. Il pianoforte in loco vedrà dialogare in concerto a quattro mani Paola Lepori Simone Menozzi, il 21 ottobre. Venerdì 25 novembre, di Michael Jakob versione regista, si proietta ‘André du Bouchet’, un documentario sul poeta francese.
Lo scorso 27 gennaio, in occasione dell’Assemblea ordinaria dei soci, è stato presentato ‘Noces II’, preziosa pubblicazione del Circolo che, anche in questo caso, è un dialogo: «‘Noces I’ lo fu tra poesia letteraria e arte plastica, ‘Noces II’ è un nuovo sposalizio tra arte e poesia», con l’arte intesa come fotografie, e nello specifico il gesto sperimentale di Pellegrini, dall’attività installativa e fotografica parallela al lavoro di curatrice per il Circolo e a quello di architetto: «Sono mie fotografie in bianco e nero realizzate al carcere della Stampa: ho esposto il rullino nei luoghi del carcere per poi riesporlo a Bellinzona, una volta riportato alla sua posizione iniziale, senza mai essere tolto». Da qui il perfetto sovrapporsi dei primi scatti ai secondi, con muri di cemento armato o guardie carcerarie a convivere nella stessa immagine con la diga di Bellinzona o con elementi della natura». ‘Noces II’ si unisce idealmente alla presenza del direttore della Stampa, ma è anche l’oggetto fisico che sancisce la lunga amicizia di Pellegrini con Massimo Daviddi, scrittore e autore di poesia, che ha completato il lavoro «con quelli che lui chiama ‘testi’ – chiude Pellegrini – ma che io chiamo ‘poesie’». (www.domuspoetica.ch).