Arte

Addio a Wayne Thiebaud, pittore delle cose quotidiane

Un legame con Bologna e Morandi, dipingeva torte, caramelle, flipper e hot dog. Si è spento nella sua casa di Sacramento a 101 anni

‘Cracker Rows’, opera del 1963
(Keystone)

Giorgio Morandi dipingeva vasi e bottiglie, Wayne Thiebaud torte, flipper variopinti, macchine per la distribuzione delle gomme americane: il mondo dell’arte dice addio al pittore americano così legato a Bologna da aver donato otto dei suoi quadri al museo dedicato al maestro di Grizzana. Thiebaud, che aveva 101 anni, è morto nella sua casa di Sacramento, ha confermato Acquavella, la galleria che lo rappresentava: “Lavorando fino all’ultimo. Passava la maggior parte dei suoi giorni nello studio, guidato, come diceva con caratteristica umiltà, da ‘questa nevrotica fissazione di cercare di imparare a dipingere’”.

Nato nel 1920 a Mesa, in Arizona – la madre una fornaia, il padre un inventore – Thiebaud è considerato una figura chiave per l’arte contemporanea americana: le sue opere, prodotte in una carriera di sette decenni, sono esposte nelle collezioni di importanti musei come il MoMA e il Whitney, che nel 1001 gli aveva dedicato una retrospettiva, il MoMA, il San Francisco Museum of Modern Art e l’Art Institute di Chicago. Thiebaud era un maestro del colore, un virtuoso dei sottili simbolismi della vita quotidiana. Frequentemente associato alla Pop Art, proprio come Morandi aveva anche lui sempre rifiutato di essere collegato a un movimento artistico. “Sei ovviamente contento quando qualcuno ti dà una definizione, ma non me ne sono mai sentito parte. Devo dire che non ho mai amato molto la Pop Art”, aveva detto. Secondo molti esperti d’arte, il vero soggetto delle nature morte di Thiebaud era la pittura in se stessa: i colori scintillanti e la materialità sensuale degli oli applicati a spessi strati sulla tela: così spessi che a volte l’artista doveva incidere la sua firma nel colore anziché affiggerla con il pennello.

Di persona, Thiebaud sembrava uscito da un film del vecchio West, uno spilungone dal fascino e l’umorismo asciutto alla Gary Cooper. I suoi quadri pieni di luce e di colori derivati da Matisse e Bonnard raffigurano i simboli del consumismo nell’America del secondo dopoguerra: pasticcini, caramelle, chewing gum, hot dog, cosmetici, giocattoli, ma anche le strade di San Francisco soffuse di malinconia. Thiebaud aveva cominciato la sua carriera a Hollywood lavorando per un breve periodo come apprendista animatore presso gli studi di Walt Disney, un’esperienza che avrà un ruolo cruciale nello sviluppo della sua ricerca estetica. Aveva raggiunto la fama come artista commerciale prima di dedicarsi completamente alla pittura.

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