Culture

È morto il fotoreporter franco-svizzero Bruno Barbey

L'uomo, nato in Marocco, aveva 79 anni. Autore di grandi reportage, è anche stato direttore dell'agenzia Magnum dal 1992 al 1995.

Uno scatto del celebre fotografo durante la guerra del Golfo (Keystone)
9 novembre 2020
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Il fotografo franco-svizzero Bruno Barbey, ex direttore dell'agenzia Magnum e autore di grandi reportage rimasti celebri, è morto oggi a Roubaix all'età di 79 anni. Lo ha annunciato l'Accademia di Belle Arti di Parigi.

Nato in Marocco il 13 febbraio del 1941, dove ha trascorso l'infanzia, Bruno Barbey nel 1958 va a Parigi per studiare al Lycée Henri-IV. Nel 1960 è entrato nella Scuola di Arti e Mestieri di Vevey (VD). Il fotografo è stato notato per un primo reportage del 1962 in bianco e nero sugli italiani, che lo porta a incontrare l'editore Robert Delpire. Ha poi incontrato Marc Riboud e Henri Cartier-Bresson ed è stato cooptato nell'agenzia Magnum.

È entrato alla Magnum all'età di 25 anni, è in seguito stato vicepresidente per l'Europa (dal 1978 al 1979) e presidente di Magnum International (dal 1992 al 1995).

Parallelamente al suo lavoro di autore, Barbey ha fotografato grandi eventi storici. Spesso tornava nei luoghi dei suoi primi reportage, a volte dieci o trent'anni dopo. Vedeva la fotografia come un lavoro di memoria, sottolinea l'Accademia di Belle Arti di Parigi in un comunicato odierno.

Bruno Barbey è stato autore di una trentina di libri e ha collaborato con autori come Jean-Marie Le Clézio, Tahar Ben Jelloun, Czeslaw Milosz, Jean Genet, Bernard Guetta, Philippe Tesson.

I suoi scatti fanno parte di molte collezioni di importanti musei. Il suo ultimo lavoro, "Il colore della Cina", è stato pubblicato nel 2019.

Bruno Barbey era membro della sezione di fotografia dell'Accademia di Belle Arti, dove è stato eletto nel 2016 e a cui ha partecipato attivamente.

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